[DENTRO LA QUARESIMA/3] La croce di Cristo metta radici nei nostri cuori

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«Il popolo mormorò contro Mosè e disse: “Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?”» (Es 17,3b). Alcuni potrebbero dire: perché stiamo vivendo tutta questa situazione di emergenza causata da un virus? La storia si ripete e come allora alcuni di noi, presi dallo sconforto e dalla disperazione, potrebbero pensare: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?» (Es 17,7). Certo che Dio è con noi! La Scrittura ne dà testimonianza. Come in quell’episodio Dio chiese a Mosè di prendere il bastone con cui aveva percosso il Nilo e di batterlo sulla roccia dell’Oreb perché ne uscisse acqua e il popolo potesse bere, così anche oggi il Signore usa la croce del Figlio come bastone per batterlo sul tuo cuore indurito, incredulo e privo di speranza. Sì, la croce bussa al tuo cuore, non senti il suono di quel legno da cui scaturisce la salvezza? Permetti che la croce di Cristo come albero di vita metta radici nel tuo cuore e da quel santo legno scenda abbondantemente quell’acqua viva che disseta e che scaturisce dal Suo costato trafitto.

Stiamo vivendo una Quaresima molto particolare come cristiani e cittadini. Le misure restrittive date dal Governo per debellare il virus ci impongono di rimanere a casa per evitare il contagio e per tutelare la vita delle fasce deboli della nostra società. Una Quaresima fatta di tante privazioni, una delle quali l’impossibilità di partecipare alla celebrazione eucaristica e di conseguenza il non poter fare la Comunione; molti non hanno accettato questa scelta. Ma oggi più che mai la Parola di Dio ci consola nel nostro presente: «Credimi, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre…viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 21.23)! In questo tempo di prova che noi tutti stiamo vivendo, Dio per mezzo della Sua Parola ci incoraggia come se ci dicesse: Non vi preoccupate se per ora non potete partecipare alla mia mensa eucaristica. Pregate da casa, riscoprite la forza della preghiera come famiglia. Cibatevi quotidianamente della mia Parola affinché il vostro cuore divenga «sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4,14).

Non scoraggiamoci e non abbattiamoci d’animo! Dice San Paolo: «la speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5)! Dobbiamo essere uomini e donne di speranza capaci di intravedere in mezzo alle ombre le prime luci della Risurrezione, in cui «odo augelli far festa, e la gallina, tornata in su la via, che ripete il suo verso. Ecco il sereno rompe là da ponente, alla montagna; sgombrasi la campagna, e chiaro nella valle il fiume appare» (G. Leopardi, La quiete dopo la tempesta).

don Nicola Altaserse

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