Chi era don Carlo Mazara? Con l’approssimarsi del 253° anniversario della sua nascita (8 novembre 1769), raccontiamo la storia di questo prete che prestò servizio presso la Diocesi di Mazara del Vallo. Nato a Monte San Giuliano (l’odierna Erice) Carlo Mazara fu avviato ai sani principi della fede dalla zio paterno, il sacerdote don Gaspare, e dalla zia materna, suor Maria Giuseppa Cusenza, che ispirarono al cuore del piccolo Carlo ottimi esempi di virtù, di carità e di religiosità.
La scelta di donarsi tutto a Dio avvenne con l’incontro di monsignor Ugo Papè, allora Vescovo di Mazara del Vallo, che si recò in sacra visita a Monte San Giuliano. Il Vescovo lo intravide, chierichetto in mezzo a uno stuolo di ragazzini, e ne apprezzò da subito l’ottimo ingegno e la sensibilità d’animo, spianando immediatamente la strada al giovane Carlo accogliendolo nel Seminario Vescovile di Mazara del Vallo e avviandolo agli studi teologici e filosofici.
E’ nel 1791 che, all’età di 22 anni, Carlo Mazara fu consacrato presbitero della Chiesa Mazarese. Era stato appena ordinato sacerdote, quando il ciantro del Capitolo Cattedrale, monsignor Francesco Saverio Vita, vicario capitolare, apprezzando le ottime capacità intellettive e di cuore di don Carlo Mazara, lo scelse come precettore dei nipoti Fabrizio ed Agostino, figli del barone della Salina e residente a Castelvetrano. Don Carlo Mazara divenne così l’apostolo di Castelvetrano, che fu la sua seconda patria dalla quale non si allontanò mai, divenendo l’educatore di un folto gruppo di giovani e tra questi gli eruditi fratelli castelvetranesi Paolo e Vito Pappalardo.
Don Carlo Mazara fu educatore: la sua scuola fu sempre aperta a tutti. Ricchi e poveri. Faceva pagare un piccolo contributo ai ricchi e non chiedeva nulla ai poveri. “Io do lezioni – soleva dire – per la gloria di Dio e per il pubblico bene”. Don Mazara e il canonico Francesco La Croce di Castelvetrano, furono in quegli anni i due che impressero una solida formazione religiosa e civica, filosofica e teologica nelle coscienze di quanti si preparavano ad inalberare la bandiera della libertà, coniugando nel ventennio 1840-1860 l’amore per la Chiesa e l’amore per la Patria.
Le autorità civili conoscendo le sue virtù, dopo otto anni di permanenza a Castelvetrano, nel 1799 lo richiesero come cappellano di Sant’Antonio a Castelvetrano, ufficio che don Carlo Mazara accettò con gioia perché intravide un campo più vasto per la sua carità e nell’ospedale rimase fino al 1840, anno della sua morte. Nella chiesa di Sant’Antonio in Castelvetrano, collegata all’ospedale, introdusse il culto della Madonna di Custonaci nel 1811, fece arrivare da Erice una copia del quadro che benedisse invitando gli ammalati a rivolgersi alla Santa Madre di Dio con fede sincera perché intercedesse per tutti i sofferenti. Stanco e ammalato, don Carlo Mazara non cessò mai di essere angelo consolatore per tutti i sofferenti, mentre trascurava se stesso. Morì l’8 dicembre 1840.