[FORMAZIONE] IdR, l’incontro con don Favata: «Tradurre entusiasmo in percorso nuovo»

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In un momento storico segnato da incertezze, sfide, preoccupazioni, delusioni, la speranza si conferma come un pilastro fondamentale e sostanziale, specialmente nel contesto formativo educativo. Con questa consapevolezza gli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Mazara del Vallo si sono riuniti giovedì 10 luglio per concludere il loro percorso formativo, centrato proprio sul tema della speranza, lasciandosi guidare da un interrogativo: È sempre possibile ricominciare dalle macerie della vita? L’incontro si è svolto presso la parrocchia San Lorenzo di Mazara del Vallo e ha visto la partecipazione entusiasta di un buon numero di docenti, accomunati dal desiderio di trascorrere un momento di approfondimento, ma soprattutto gustare e vivere con leggerezza e allegria una sana relazione di amicizia tanto contemplata e attenzionata dalla direttrice dell’Ufficio Scuola Rosa Alba Montoleone. La giornata formativa guidata da don Antonino Favata è stata costellata da momenti di meditazione teologica e biblica e da laboratori interattivi, volti a tradurre gli insegnamenti di Gesù in strumenti pedagogici e didattici attivi ed efficaci. La Sacra Scrittura è stata il filo conduttore dell’intero corso, con un’attenzione particolare ai testi che esaltano la virtù della speranza come fiducia in Dio e attesa fiduciosa dei suoi beni.

Un aspetto centrale del corso è stato lo svolgimento di laboratori interattivi, in cui gli insegnanti hanno avuto modo di confrontarsi e riflettere sulle sfide e le opportunità legate alla crescita spirituale della speranza sia nei bambini, sia nei giovani che negli adulti. Sono stati analizzati i diversi contesti sociali e psicologici che influenzano la percezione della speranza nelle diverse fasce d’età, con un’attenzione particolare alle specificità delle generazioni odierne. Nei laboratori dedicati ai bambini si è sollevata la problematica della formazione dei genitori, incapaci spesso a non essere punto di riferimento educativo e non aver curato in modo autentico il proprio ruolo. 

Nei laboratori dedicati ai giovani si è discusso di come affrontare il senso di incertezza legato al futuro, alle sfide ambientali e sociali, e alla pressione delle aspettative. Gli insegnanti hanno condiviso strategie per promuovere la resilienza, l’ottimismo e la fiducia in un progetto di vita, anche attraverso il discernimento vocazionale e la scoperta dei propri talenti. Per quanto riguarda gli adulti, l’attenzione si è focalizzata sulla speranza di fronte alle difficoltà della vita quotidiana, alle crisi personali, lavorative o familiari. Si è riflettuto su come la fede possa offrire un ancoraggio stabile e una prospettiva di significato anche di fronte alla sofferenza e alla perdita, rafforzando la capacità di rialzarsi e di guardare avanti con fiducia.

I docenti hanno espresso grande apprezzamento per la profondità e la rilevanza dei contenuti proposti. L’obiettivo come ha affermato don Antonino Favata «è ora di tradurre l’entusiasmo e le conoscenze acquisite in lezioni di vita sempre più coinvolgenti e significative, capaci di riedificare dalle macerie umane, un percorso nuovo che sappia rileggere con la luce della speranza cristiana il senso autentico dell’esistenza. In un mondo in continua evoluzione, la capacità di coltivare e trasmettere questa virtù si rivela un compito educativo di inestimabile valore, ma soprattutto terreno fertile per far nascere generazioni future con il senso alto della meraviglia della vita, come dono di Dio da guardare con stupore e incanto, così come Maria ha contemplato Gesù». 

(ha collaborato Giacoma Antonia Fazio)

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