Il 16 e 17 giugno si è concluso il corso per lettori organizzato dalla nostra Diocesi, svoltosi nei locali del Seminario e articolato in due parti: la prima, teorica, rivolta alla formazione biblico- liturgica, di cui si sono occupati don Marco Renda e don Nicola Altaserse; la seconda, di natura tecnica, curata da Salvino Martinciglio. Questo progetto è nato dalla necessità, o meglio dall’urgenza di restituire dignità a quella Parola troppo spesso maltrattata e abusata da noi laici durante le celebrazioni liturgiche e non solo. La Parola è vita, è sorgente inesauribile d’amore, è presenza di dio che, da Padre, desidera ricondurci all’unica verità – Cristo Gesù – luce per illuminare le nostre tenebre e guidarci in ogni scelta, talora ammonendoci, talaltra consolandoci.
Don Nicola ha saputo suscitare l’interesse di tutti i partecipanti, esponendo dettagliatamente taluni principi generali per la celebrazione liturgica della Parola di dio e svelando aspetti a me poco noti. Una frase, più volte da lui sottolineata, mi ha profondamente commosso: «Un lettore presta la sua voce a Dio» e credo che ciò richiami la sacralità di questo servizio e l’umiltà necessaria per svolgerlo. Non mi ero mai soffermata su questo prezioso dettaglio: dio, l’onnipotente, chiede a me, misera creatura, di prestargli la voce. e dinanzi a questa chiamata non posso che rispondere: «Eccomi». Non ci si può improvvisare lettori e la ragione è semplice. sappiamo che la Parola è dio, l’eterno che irrompe nello spazio e nel tempo per rivelarsi a ciascuno di noi, in modo sempre attuale e nuovo; non è “lettera morta”, ma parola viva che genera speranza e che ci chiama ad agire, facendoci evangelizzatori. Quale grande responsabilità deriva da questo ministero e da questa vocazione: la mia voce diventa la voce di dio che desidera raggiungere il cuore di ogni suo figlio. Affinché arrivi al cuore, la Parola deve prima arrivare alle orecchie dell’assemblea.
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Un lettore deve possedere anche un’adeguata preparazione tecnica che implica non solo il sapere come accedere e stare all’ambone o usare un microfono, ma anche come pronunciare correttamente ogni parola, modulare il volume e il tono, dare ritmo, rispettare le pause e, dove maggiormente richiesto, come interpretare il testo. Sono accorgimenti indispensabili per mantenere l’attenzione dei fedeli. Pertanto, si comprende la necessità di analizzare il testo affinché la lettura non sia frettolosa, piatta o troppo artificiosa. Se non tutti potreste essere interessati a imparare la differenza tra la pronuncia di una “e” o una “o” aperta o chiusa, certamente non rimarreste indifferenti alla lettura di un testo da parte di Salvino Martinciglio, un grande maestro che, con la sua arte del saper interpretare, è riuscito a risvegliare la voglia di mettersi in gioco e di migliorare. Infine, mi ha insegnato che una buona lettura è un dono per chi ascolta, indipendentemente dal fatto che questi lo accolga o meno.
Katia Parrinello per Condividere