È a firma del Vescovo questa nota diramata nel tardo pomeriggio di oggi dall’Ufficio stampa della Diocesi, in replica a quanto pubblicato oggi, 11 agosto 2016, da don Francesco Fiorino sui social network e inviato e ripreso, altresì, ad alcuni organi di stampa locali. Si fa presente quanto segue.
1. L’intervento in questione è sicuramente scorretto e inopportuno nel modo e nei contenuti ed è gravemente lesivo del buon nome di quanti in esso sono chiamati in causa, in particolare il candidato al diaconato Marco Laudicina.
2. La decisione di ammettere al diaconato il Laudicina è il momento conclusivo di un lungo, serio e ponderato percorso di discernimento effettuato dal rettore del Seminario di Mazara del Vallo, don Gianluca Romano, dalla comunità educante del Seminario di Palermo, sotto la guida del rettore don Silvio Sgrò, dalla Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Tutte queste persone hanno valutato in coscienza il candidato, il suo profilo umano e spirituale e gli esiti rassicuranti di percorsi di accompagnamento e di sostegno che lo stesso candidato aveva accettato con semplicità e assoluta disponibilità. La decisione finale del Vescovo è stata assunta con il conforto del parere unanimemente positivo di tutti.
3. Alla luce di queste considerazioni obiettive la non richiesta esternazione di don Fiorino appare in tutta la sua inconsistenza, sia perché i fatti a cui allude non rientrano tra i cosiddetti delicta graviora, sia perché non suffragata dagli ulteriori elementi di valutazione successivi alla conclusione del suo mandato di rettore.
4. In conseguenza di quanto sopra, il Vescovo, profondamente addolorato, esprime grandissimo rammarico e netta riprovazione per l’iniziativa sconsiderata e per i giudizi avventati di don Fiorino, che attentano irresponsabilmente alla comunione ecclesiale. Rinnova fiducia e apprezzamento nell’opera degli educatori dei due Seminari e dei membri della Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Manifesta paterna solidarietà a Marco Laudicina, offeso nella sua dignità e senza possibilità di tutelarsi, almeno per il momento, da questo ignobile attacco lesivo della sua persona e della sua onorabilità. Si riserva di valutare attentamente tutti i profili del gesto e dei contenuti per verificare la sussistenza di presupposti che possono rappresentare violazione delle norme canoniche per l’adozione di conseguenti iniziative.
Domenico, Vescovo