«Non tutto quello che è legale, è giusto, e moralmente può essere condiviso»: così il presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Francesco Crinelli, è intervenuto alla tavola rotonda “L’azzardo è ancora un gioco?” organizzata a Marsala dall’AC. Laura Gandolfo del Nucleo operativo tossicodipendenze della Prefettura di Trapani ha ribadito come «il gioco deve essere una gioia e deve allontanare dalle dipendenze». Dal 2015 sono stati attribuiti più poteri ai sindaci in materia di controllo sulle attività dei gestori delle slot machine e per prevenire eventuali ricorsi da parte delle società che gestiscono questo servizio. «Nel campo della giustizia stiamo assistendo a un aumento dei reati condizionati dalla ludopatia cronica» ha ribadito l’avvocato Giacomo Frazzitta, presidente della Camera Penale di Marsala, «estorsioni, riciclaggio, usura e persino omicidi. Stiamo attenti a parlare di liberalizzazione e legalizzazione di certi fenomeni. Il gioco legalizzato deve essere una spia che ci deve far riflettere su cosa è giusto anche se legale».
«La situazione è allarmante dal punto di vista sanitario» ha sottolineato Guido Faillace, coordinatore SERT (Servizio per le Tossicodipendenze) dell’Asp di Trapani. «Il gioco d’azzardo si posiziona a pari livello con le dipendenze da alcool e da sostanze stupefacenti con conseguenze molto gravi per la salute non solo del dipendente ma anche del proprio nucleo familiare. Ma la cosa più preoccupante è che da un nostro sondaggio fatto risulta che a essere coinvolti nel gioco sono anche ragazzi al di sotto degli 11 anni. Bisogna cambiare il sistema e lo Stato insieme alla Regione sta elaborando un documento che consenta a degli esperti di valutare attentamente il problema e cercare di prevenire le sofferenze da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico)». Qual è il ruolo della Chiesa e dell’AC? «L’azzardo non è più un gioco ed è un problema che riguarda tutti noi. È stata calpestata la dignità umana anteponendo davanti a tutto il “dio denaro”, ha detto don Pino Biondo, assistente unitario dell’AC. Singolarmente non possiamo risolvere il problema ma di certo uniti Stato, istituzioni, Chiesa, associazioni, famiglie, possiamo dare un grosso contributo. Bisogna ritrovare “Lo sguardo di Dio, lo sguardo dell’uomo e custodire la sua dignità”».
ha collaborato Alberto Alagna