Rinnovare patti di lealtà fondati su un autentico desiderio di relazioni e su una fiducia reale nelle risorse umane. E poi dare voce a chi non ha voce. Il monito dei Vescovi siciliani ai candidati alle prossime elezioni regionali è chiaro ed è contenuto nel Documento che è stato diffuso stamattina dalla Conferenza Episcopale Siciliana. Un testo di cinque pagine dove i prelati siciliani spiegano di sentirsi «compagni di strada del nostro popolo». I Vescovi scrivono ai candidati: «Abbiamo bisogno di sentirci sempre più corresponsabili della cosa pubblica, di essere cittadini interessati profondamente alla Sicilia, alla sua storia e al suo futuro».
Nel Documento c’è riferimento anche al cuore della Sicilia, «alle sue formidabili potenzialità così come alle sue innegabili e dolorose criticità. E tutto questo anche in relazione all’Europa e alla ben più grande comunità dei popoli del Mediterraneo. Dal nostro punto di vista, restando in ascolto del Vangelo che ci giudica e ci guida, c’è una sola strada perché questo sguardo converga nella stessa direzione: la strada di una solidarietà fattiva, congiunta ad una responsabile sussidiarietà, sempre aperta agli altri, al mondo, al futuro».
Ai Vescovi preoccupa anche la forbice delle disuguaglianze e l’improvviso e imprevedibile fenomeno delle nuove povertà: «Non possiamo nascondercelo: i fenomeni criminali, a cominciare da quelli mafiosi, trovano terreno fertile proprio nelle situazioni di degrado, di disagio economico, e nel grave fenomeno della dispersione scolastica. Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. I fondi del PNRR sono un’opportunità eccezionale, probabilmente irripetibile. Sentiamo di dover condividere con voi la preoccupazione perché queste risorse non vengano sprecate ma siano impiegate per la rinascita e lo sviluppo della nostra terra, a cominciare dalle infrastrutture viarie e dai trasporti, dell’agricoltura e delle energie rinnovabili». Per i prelati siciliani «la nostra terra deve tornare a essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. È una responsabilità che condividiamo tutti».