IL MESSAGGIO DI AUGURI/Pasqua, il Signore è veramente Risorto

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«È risorto, ha lasciato il sepolcro il Signore crocifisso per noi» (Liturgia delle Ore). La riflessione teologica sulla verità della risurrezione del figlio di Dio ha impegnato seriamente padri e dottori della Chiesa. Ma il cuore di questa verità assai semplice è l’evidenza di un sepolcro vuoto, peraltro ben chiuso con un grande masso, sigillato e custodito con scrupolo. Il dato più sconcertante in questa vicenda è, in ogni caso, la considerazione che le parole di Gesù che preannunciava la sua morte e risurrezione, dimenticate o non credute vere dai discepoli, avevano fatto colpo sui capi dei sacerdoti e sugli anziani. Infatti, mentre i discepoli avrebbero opposto il muro dell’incredulità all’annuncio della risurrezione di Gesù recato dalle donne e dagli altri condiscepoli, i nemici del Nazareno, ben ricordando tali parole, ne temevano il possibile avveramento. Dopo la sepoltura, difatti, i capi dei sacerdoti e i farisei chiesero a Pilato di rinforzare la vigilanza e furono loro stessi ad apporre sigilli al sepolcro e a farlo vigilare da guardie armate, temendo un colpo di mano dei discepoli (cfr Mt 27,62-66).

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Figurarsi! Il sepolcro vuoto, quindi, spiazzò e spiazza tutti con la sua incontrovertibile evidenza. Chi non volle arrendersi a tale verità dovette ricorrere alla corruzione, scadendo nel ridicolo. Nel Vangelo di Matteo si legge, infatti, che i soldati di guardia furono tra i primi annunciatori della risurrezione, credibili al di sopra di ogni sospetto e, perciò, da mettere a tacere con l’unico mezzo efficace: l’elargizione di denaro; favoletta nota che si ritorse in beffa per stessi gli autori (cfr Mt 28,11-15). Ecco come scivola in basso chi pretende di misurarsi con Dio, contrastandone i disegni. Questi particolari non fanno altro che ribadire con immediatezza l’evidenza della risurrezione di Gesù, provata in modo preterintenzionale proprio da coloro che volentieri l’avrebbero confutata se ne avessero avuto gli argomenti. L’annuncio di questo giorno, perciò, si rivolge particolarmente ai semplici, che sono in grado di accoglierlo senza scandalizzarsene e danno un tocco significativo di nuovo alla loro vita. Il ricordo del sepolcro vuoto rimanda a quella terra che custodì nel silenzio sbigottito il corpo del Signore Gesù.

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La Terra santa, che si aprì per ridarci il corpo glorioso del Salvatore, oggi ci chiede di essere guardata con simpatia e di aiutare i fedeli che ancora la abitano perché rinsaldino la speranza nella possibilità di una convivenza pacifica e di un futuro sereno, nel rispetto del diritto alla libertà religiosa. Quella Terra e quel sepolcro che nel passato provocarono guerre sanguinose con ingenti perdite di vite umane, oggi chiedono di diventare luogo di dialogo nel quale costruire ponti e dal quale proclamare il vangelo della pace e della fratellanza. È questo l’augurio pasquale che risuona oggi nella Chiesa nella luce del Cristo veramente risorto. Auguri a tutti.

Domenico Mogavero, Vescovo 

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