«La notizia del Papa che annuncia la sua rinuncia all’Ufficio di successore di Pietro giunge inattesa ma non turba il mio animo. Sotto l’aspetto umano, la decisione del Papa lascia sicuramente una traccia profonda perché dice l’alta intelligenza e la profonda sensibilità di un uomo che sente i propri limiti spirituali e fisici per continuare a reggere il peso del ministero petrino». Lo ha detto ieri il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero a poche ore dall’annuncio delle dimissioni del Papa. «A motivo di ciò – ha detto ancora Mogavero – rendo un affettuoso e filiale omaggio al Santo Padre per questo atto di amore alla Chiesa. A lui va l’espressione della nostra vicinanza come Chiesa locale; la gratitudine per quanto è stato oggetto del suo ministero papale, particolarmente nel suo altissimo magistero; l’assicurazione di una rinnovata vicinanza spirituale perché da Gesù buon pastore riceva quel conforto spirituale meritato nei lunghi anni di servizio alla Chiesa, culminato nei quasi otto anni di supremo Pontificato».
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Ieri Papa Benedetto XVI ha annunciato che dal 28 febbraio lascerà il Pontificato. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – ha detto Ratzinger – sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando».
Qui riproponiamo l’articolo che nel giugno del 2012 il Vescovo monsignor Domenico Mogavero firmò sul quindicinale diocesano Condividere (n.11 del 17 giugno), in occasione della Giornata della Carità del Papa:
Nelle ultime settimane il Papa Benedetto XVI è stato oggetto delle attenzioni dei mezzi della comunicazione sociale per circostanze che hanno fatto ricadere sul successore di Pietro una valanga di critiche e di sospetti. Il disagio e l’insofferenza per quanto è stato trasmesso dai media non ha, però, scalfito l’affetto, il rispetto, la devozione e la solidarietà nei confronti del Vescovo di Roma da parte dei fedeli e degli osservatori imparziali. Sicuramente stiamo vivendo un momento molto difficile e di grande travaglio spirituale ed ecclesiale, dovuto non tanto – o non soltanto – a disegni ostili, di quelli che si è soliti definire nemici della Chiesa, quanto piuttosto ad iniziative, comportamenti e scelte non ben ponderati da parte di soggetti operanti nelle istituzioni ecclesiastiche. Se, per un verso, questo insieme di cosa richiede un’accurata indagine su vicende e connesse responsabilità perché sia fatto chiarezza su tutto, per altro verso domanda alle comunità ecclesiali e ai singoli (fedeli laici e ministri sacri) una rinnovata attestazione di vicinanza solidale e di condivisione verso Benedetto XVI. Ci viene offerta un’opportunità provvidenziale nella prossima Giornata della Carità del Papa, che avrà luogo domenica 24 giugno. Se negli anni scorsi qualcuno ha accolto con tiepidezza l’invito alla preghiera per il Papa e alla raccolta di fondi per sostenere il suo ministero di pastore della Chiesa universale, con interventi in favore delle Chiese indigenti, il prossimo 24 giugno non possiamo restare indifferenti, ne lasciarci prendere da reazioni qualunquiste. Ricordando la pagina degli Atti degli Apostoli che narra della preoccupazione e dell’ansia della Chiesa di Gerusalemme all’arresto di Pietro, liberato prodigiosamente per le preghiera unanimi ed incessanti di quella comunità (12,5), dobbiamo essere assemblea orante che si stringe ancora una volta a Pietro, nella persona del suo Successore, per sostenerlo nel servizio pietrino di magistero, di governo, di santificazione. Nessuno può esimersi da questa intercessione corale, che non può essere scambiata per una prova di compattezza forzata, ma che deve essere intesa come esperienza di comunione, particolarmente necessaria in un contesto di sfilacciamento, di appannamento e di debolezza di talune realtà ecclesiastiche. Accanto alla preghiera e all’affetto sensibilizziamoci tutti nella colletta per le opere apostoliche che il Papa promuovere e sostiene nelle diverse Chiese sparse per il mondo, ricordando le felicissime ed espressive parole di Sant’Ignazio d’Antiochia sulla Chiesa di Roma (e quindi sul suo Vescovo), che presiede nella carità alle altre Chiese. Senza la carità effettiva e generosa dei fedeli la carità del Papa sarebbe assai limitata e non potrebbe rispondere alle numerose richieste che gli pervengono. Spetta a noi non deludere sia le attese di tanti nostri fratelli nella fede, sia l’affidamento che il Papa fa alla generosità di tutti i credenti in Cristo.
monsignor Domenico Mogavero per Condividere
Un errore questo Papa Benedetto XVI l’ha fatto: non aver nominato cardinale il vescovo Domenico Mogavero. Ha voluto dire,da apprezzare, che l’età è arrivata per lasciare il potere. Quanti politici lasciano per età avanzata? Cav.ing.Gaspare Barraco
Marsala lì 12.2.13