Ad attendermi all’aeroporto c’è Leonel con Hugo ed Edgar che mi accolgono con un caloroso «bienvenido Angelo» e con la bandiera della Sicilia, in tutta evidenza già appena oltre l’uscita dall’area arrivi internazionali. Davvero un bel «bienvenido». Sono le 22 quando atterro in Ecuador e dopo circa un’ora d’auto raggiungo la casa della Fraternidad Universitaria Maria del Paraiso di Pomasqui, Quito. Qui mi aspettano, curiosi di conoscermi, Luis, Freddy, Adriano, Diego, Christian e Johnny, tutti ragazzi ai primi anni d’università, ed un’altra bandiera, stavolta dell’Italia. Arrivo in sud America per la quarta volta, adesso, però, in attesa di maturare la mia prima esperienza come volontario; una «experiencia de vida» che mi ha mostrato nuovi orizzonti e che mi ha arricchito l’anima.
Non faccio volontariato a Pomasqui, ma ad Esmeraldas, una città che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Vivo, tuttavia, la maggior parte della mia permanenza ecuadoriana con i ragazzi, a casa e fuori da essa. Con alcuni di loro viaggio tra le Ande e al di là delle montagne. Hanno tutti carattere, personalità ed ambizioni di vita diverse, come diversi sono i percorsi universitari scelti da ciascuno di loro, anche se in Ecuador spesso non si sceglie.
Un dato, comunque, li accomuna: la voglia di riscattarsi. Rincorrono il sogno di conseguire una laurea, il desiderio di poter strappare, un giorno, un sorriso ai propri genitori, regalandogli emozioni finora non conosciute, quelle di un figlio che ha raggiunto un traguardo di vita meraviglioso. «Non devono, però, dimenticare da dove provengono», sono le parole di Leonel, cileno, coordinatore e responsabile della casa, un ragazzo esemplare. Ho visitato la maggior parte delle loro famiglie ed ho scoperto in esse persone umili e povere, ma con una sorprendente forza interiore. Mi hanno insegnato molto, solo i loro occhi sono stati sufficienti a trasmettermi il dolore dei genitori per un figlio che abbandona la famiglia in cerca di un futuro migliore, lontano da casa. Ma, allo stesso tempo, sentivo in loro tutta la gioia perché ciò è accaduto. Ricordo gli occhi lucidi di una mamma prima ancora di porgerle i saluti ed i ringraziamenti per il pranzo offertomi. Mi hanno insegnato che, nonostante gli ostacoli e le fatiche quotidiane, si può vivere anche nella estrema povertà, senza rinunciare a sorridere. Alla Fraternidad Universitaria i ragazzi mi hanno insegnato, invece, ad osservare un momento di preghiera prima del consumo dei pasti in quanto «dono de Dios». Mi hanno insegnato, infine, ad affrontare gli impegni del giorno con forza e fede (sono molto religiosi). Studiano, lavorano e si offrono volontari in aiuto dei bambini più piccoli e poveri della comunità di Pomasqui.
Un elevato valore di solidarietà umana pervade la casa della Fraternidad Universitaria Maria del Paraiso di Pomasqui dove i ragazzi, dotati di grande capacità ed intelligenza, vivono fiduciosi e nella speranza di raccogliere i frutti dei loro alberi, grazie all’Associazione Amici del Terzo Mondo di Marsala che li sostiene economicamente con delle borse di studio. «Buena suerte, chicos!». Ringrazio padre Enzo Amato della parrocchia Madonna delle Grazie al Puleo, quale fondatore e instancabile sostenitore di questa splendida opera umana nelle Ande, per avermi offerto una meravigliosa esperienza di vita in Ecuador.
Angelo Di Girolamo