[IL RACCONTO] «I miei quarant’anni festeggiati a Lourdes, dove ritrovi la forza per la vita…»

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Quarant’anni. Una tappa raggiunta, un primo momento di bilanci. Per festeggiare il nostro compleanno insieme a mio marito abbiamo deciso di ricominciare da li, dove tutto era iniziato: la nostra conversione prima in momenti diversi, il nostro incontro e la nostra famiglia dopo. Lourdes. Non che fossimo atei, ma la nostra fede guardando indietro era proprio un piccolo semino che con pazienza Maria con la sua guida ha fatto germogliare. Anno 1997: per la prima volta partii con l’Unitalsi non certamente consapevole di come quel viaggio e i successivi avrebbero cambiato il mio modo di sentire e vivere la vita. Ora come allora l’esperienza è sempre intensa e coinvolgente.

La famiglia di Giuseppe Lombardo, con Sonia Bini e le piccole Chiara e Vittoria.
La famiglia di Giuseppe Lombardo, con Sonia Bini e le piccole Chiara e Vittoria.

Ma quella di quest’anno è stata un’esperienza ancor di più unica, perché sono partita, per la prima volta, con tutta la mia famiglia: Peppe, mio marito, Chiara e Vittoria le mie figlie. Lui in servizio come barelliere, io in servizio da mamma. Con noi il Vescovo, con la sua presenza discreta e forte allo stesso tempo a cui ci lega il servizio al servizio delle famiglie nella nostra Diocesi. Una strana sintesi che solo la fecondità creatrice dello Spirito poteva realizzare. Cosa c’entra l’Unitalsi, i treni bianchi con la pastorale familiare? È stata la domanda che mi sono posta durante il viaggio e alla quale alla fine di queste righe proverò a rispondere.

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Voglio raccontarvi ciò che gli occhi del cuore hanno visto: hanno visto Gesù nelle gambe senza forza, nelle mani deformi, nelle anime sole, nei volti scavati dalla sofferenza e dall’indifferenza della gente; ho visto pianti, silenzi, mani che con fatica si congiungono per pregare…ma ho anche visto i sorrisi, la solidarietà, la condivisione. Ho visto uomini che aiutano altri uomini, prestando loro le mani, le gambe, la voce,  donandogli il cuore in un piccolo angolo di Paradiso.

Il Vescovo Mogavero a Lourdes.
Il Vescovo Mogavero a Lourdes.

Lourdes sono i piccoli gesti d’amore. È il fruscio silenzioso della solidarietà simile ad un battito d’ali di farfalla. Maria è li che ci invita a varcare la porta della fede, lei che si fa guida verso suo Figlio che intensa la notte alla Grotta delle apparizioni con il Santissimo esposto per l’adorazione sull’altare e la sua mamma, li nella nicchia su in alto quasi a voler dire: eccolo, è qui in mezzo a voi, seguitelo! Esperienza gioiosa condivisa con la mia famiglia, con le mie bimbe che osservando i palloncini scomparire tra le nuvole dopo una celebrazione esclamano: «Ecco mamma, ora i palloncini con le preghiere li hanno presi gli angioletti per portarli da Gesù».

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Sfoglio il diario delle mie passate esperienze con l’Unitalsi a bordo del treno bianco e trovo una preghiera che avevo scritto al mio primo viaggio e che oggi trovo realizzata nella mia vita, dopo quindici anni, che dice così: «Ti prego o Signore per la famiglia, affinché lo Spirito santo nei momenti di sofferenza, di divisione, di tribolazione rafforzi il legame tra i suoi componenti facendo riscoprire il senso ed il valore dei piccoli gesti quotidiani e trovando in questi la forza ed il coraggio di proseguire insieme, unita, nel difficile sentiero della vita».

Il Vescovo Mogavero con un ammalato a Lourdes.
Il Vescovo Mogavero con un ammalato a Lourdes.

Ecco, credo che questo sia quello che Lourdes e l’Unitalsi mi hanno insegnato e che mi sforzo ogni giorno di realizzare nella mia vita di famiglia ed in tutte le relazioni in cui sono immersa. Buon pellegrinaggio a quanti vorranno mettersi in cammino, prima a Lourdes e dopo, se vorranno, nella vita.

Sonia Bini

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