All’età di 86 anni monsignor Gaetano Aiello ha concluso i suoi giorni terreni e ha reso gloria a Dio lasciandosi abbracciare dal Padre della vita per godere per tutta l’eternità nella comunione dei Santi. La nostra Chiesa diocesana, che lo ha visto come suo membro vivo già con i sacramenti della iniziazione cristiana e poi con il sacramento dell’Ordine, mentre presenta la preghiera in suffragio della sua anima benedetta, sente in bisogno di lodare e ringraziare il Signore per tutti i doni che sono stati riversati nella sua esistenza terrena e per quanto, per suo mezzo, lo Spirito di Dio ha operato nella vita di coloro che lo hanno incontrato, conosciuto, ascoltato. Il suo ministero è stato dono di grazia per tutta la Chiesa e per intere generazioni le quali, ricevendo i doni dello Spirito, sono state generate alla vita di fede, cresciute nella forza dello Spirito, maturate nella coscienza ecclesiale.
don Pino Biondo, rettore del Seminario Vescovile
IL RICORDO DI UN PRETE BUONO
Padre Aiello era per tutti noi partannesi un simbolo di gioia, di affetto, di spontaneità molto immediata, schietta e bonaria. Ogni tanto inventava dei soprannomi per molti di noi e il suo rimprovero non ci sconvolgeva più di tanto, perché lo conoscevamo e sapevamo che tutto finiva lì, magari con un sorriso dopo pochi istanti. Era un grande comunicatore, una dote che purtroppo manca a molti di noi cristiani. Il suo modo di fare, anche se non lo conoscevi, abbatteva le barriere che potevano dividerti da lui e anche se lo vedevi per la prima volta ti dava l’impressione di conoscerti da sempre. Padre Aiello non è stato solo un grande sacerdote, ma soprattutto «uomo tra gli uomini», dono indispensabile che lo legava a tutti, credenti e non credenti, fedeli e agnostici.
Era un sacerdote che amava la musica e il canto: quanti ricordi si affollano nella mia mente. Le prime messe Beat, con chitarre elettriche, basso, tastiera e batteria, magari con qualche critica più o meno esplicita di qualche tradizionalista…quanti giovani affollavano la baracca della Libera dove si svolgevano le celebrazioni. Molte volte tanta gente rimaneva fuori, davanti il sagrato, perché non c’era più posto in chiesa. Mi disse un giorno: «Quanto ho cantato nella mia vita, nemmeno te lo immagini!». Era così, padre Aiello: allegro, gioviale, burbero e un attimo dopo di nuovo sorridente…le sue omelie erano infarcite di proverbi siciliani, di detti, di modi di dire che avvicinavano i semplici e gli umili a comprendere i significati più nascosti delle Sacre Scritture. A volte le sue riflessioni sembravano parabole, perle di saggezza che mostravano attaccamento e amore verso le tradizioni della nostra terra di Sicilia.
Qualche anno fa pubblicò un libro di proverbi siciliani raccolti in tantissimi anni dalla sua memoria incredibile. Conosceva tutti. Spesso, dopo un funerale, le persone che salutavano i parenti messi in fila passavano obbligatoriamente dalla sacrestia e lui era seduto e vedeva passare tutti: per ognuno di noi aveva una battuta, una parola buona, magari qualche epiteto che poteva risultare irriverente, ma sapevamo che era padre Aiello che lo diceva e quindi tutti accettavamo questo suo modo di fare così immediato. Era vicino a tutti i parrocchiani che accompagnava dal battesimo alla prima Comunione, alla cresima, al matrimonio, all’ordinazione sacerdotale, alla confessione, all’unzione degli infermi. Non possiamo dimenticare che monsignor Mariano Crociata, già Segretario generale della Cei e oggi Vescovo di Latina, è cresciuto spiritualmente sotto la guida costante e affettuosa di padre Aiello sin da bambino: una vocazione maturata in parrocchia e consolidatasi con il passare degli anni.
E poi i giovani! Circondato sempre da tanti giovani. Il campetto da tennis dietro la chiesa, il salone delle Grazie luogo di feste gioiose, di raduni di Azione Cattolica, di proiezioni, di momenti musicali, teatrali e cinematografici, sempre con la sua presenza costante e carismatica. Fu testimone diretto del Concilio Ecumenico Vaticano II, accompagnando a Roma l’allora Vescovo di Mazara monsignor Giuseppe Mancuso, e intuì e mise in pratica nella sua parrocchia le innovazioni e le aperture del grande evento universale. Voglio immaginare padre Aiello che continua a cantare in Paradiso assieme agli angeli tutti i canti che ci ha insegnato: i «Salmi per il nostro tempo» di Giombini e i canti del Gen Rosso e Verde, il gregoriano… Arrivederci, don Tanino, il tuo ricordo non ci abbandonerà mai.
Franco Giacomarro per Condividere
(ha collaborato per le ricerche fotografiche Piera Fimetta)
Le esequie saranno celebrate dal Vescovo sabato 11 febbraio, alle ore 12 presso la chiesa Maria Ss. del Carmelo in Partanna.