L’Airgest, la società di gestione dello scalo aeroportuale di Trapani-Birgi, ha un nuovo Consiglio di Amministrazione. Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha nominato l’avvocato Paolo Angius, già vice presidente dell’Airgest ed eletto ora presidente. Come consiglieri sono stati nominati il marsalese, sessantenne, Saverio Caruso e l’imprenditrice castelvetranese Elena Ferraro, assai vicina al Presidente Musumeci. Ma quale sarà il futuro – da qui a qualche mese – dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani? Per una delle infrastrutture più importanti e strategiche della nostra provincia, il futuro non fa sperare nulla di buono. In queste ultime settimane per l’aeroporto civile sono successe un paio di vicende che si sono intrecciate al punto tale da fare aggrovigliare la matassa.

Quali sono stati i fatti determinanti? Andiamo per ordine. Punto uno: all’Alitalia (che al bando della Regione per individuare il miglior vettore per l’aeroporto, non ha partecipato ma ha presentato ricorso contro la presunta illegittimità del documento) il Tar Sicilia ha dato ragione e così l’aggiudicazione che sarebbe toccata a Ryanair (unica compagnia partecipante al bando) è stata sospesa. Punto due: in Airgest (la società di gestione dell’infrastruttura aeroportuale) la situazione si era messa difficile, ora, pare, diventata serena col nuovo CdA. Proprio qualche settimana fa, il Presidente Musumeci incaricò – nero su bianco – due funzionari regionali che, però, gli diedero forfait. A fine mese il direttore di Airgest Giancarlo Guarrera lascia il posto per un nuovo incarico all’aeroporto di Bologna. Punto tre. In questi giorni a Dublino, quartier generale di Ryanair, si sta definendo il piano Summer, cioè l’operatività dei voli per la stagione estiva. La compagnia, che sino a oggi ha gestito più dell’80% del traffico passeggeri dell’aeroporto trapanese, sembra voler mollare gli ormeggi. O meglio, mantenere pochi voli, i minimi indispensabili secondo una strategia commerciale dell’azienda (senza l’aiuto previsto dal bando regionale). La strategia, però, non è più quella di qualche anno fa, quando Ryanair guardava soltanto ai piccoli scali; oggi la compagnia investe soprattutto sugli aeroporti principali.

Sin qui i tre punti nevralgici che determinano il futuro dell’aeroporto civile “Vincenzo Florio”. Fuori sacco c’è il territorio, con gli operatori turistici in prima fila che hanno già affilato le armi e la loro voce l’hanno fatta sentire con diversi incontri. Una mancata e seria programmazione dei voli estivi da e per l’aeroporto “Vincenzo Florio” porterà, inevitabilmente, a un calo vertiginoso di presente turistiche. La preoccupazione, se tramutata in certezza, creerebbe un danno considerevole, facendo fare lunghi passi indietro al territorio trapanese. Chi è oggi l’interlocutore cardine? Se lo chiedono a Ryanair ma anche all’Enac che deve interfacciarsi con l’accountable manager (il responsabile della certificazione e garante che il gestore operi in conformità al regolamento e alle norme e leggi vigenti).

Max Firreri

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