Carissimi, le notizie da Gaza sono sempre più drammatiche. Ho appena parlato con Padre Jorge che mi racconta di drammi su drammi e di continui bombardamenti. Fermateli, vi prego. Fermateli. Con le parole di Papa Francesco vi imploro di poter fare qualcosa ora, non solo per la parrocchia, ma anche per quella marea di disperati che vive nell’inferno di Gaza senza elettricità, senza acqua, senza cibo, senza medicine e senza un tetto dove dormire. Il silenzio e l’immobilità del governo italiano e del Vaticano è terribile per le nostre orecchie e per i nostri cuori…tanti ci chiedono: «Perché nessuno agisce?». Non gli basta più una nota verbale o un angelus o una breve intervista…servono i fatti concreti, scelte forti e coraggiose, senza paura di nulla e di nessuno, bisogna osare il coraggio della pace. Siamo già stati accusati di aver fatto silenzio di fronte ad un olocausto tanti anni fa…non possiamo essere accusati di nuovo! Che il Signore illumini il vostro cuore e vi suggerisca qualche iniziativa concreta per la pace. Vi benedica Dio onnipotente!!!
Don Mario Cornioli
IL GRIDO DEI CRISTIANI DI TERRASANTA
Pressure for Gaza
«Così ora, o re, rinsavite, Voi governanti della terra, imparate la lezione». Salmo 2, 10
Ciò che sta avvenendo in questi giorni a Gaza non è una guerra. Si tratta di un massacro di civili, uomini, donne e bambini. Più di 1.000 persone uccise e migliaia e migliaia di feriti, in maggioranza civili; questo non può essere giustificato come un atto di autodifesa! Quello che sta avvenendo a Gaza è il male cieco che colpisce attraverso una visione sbagliata di sicurezza, di autodifesa e di pace.
Imploriamo Dio Onnipotente che ci ha detto:
«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e la porta vi sarà aperta». (Mt 7, 7)
O Signore, abbiamo chiesto, e abbiamo bussato
Siamo andati in cerca di giustizia e di pace per lunghi anni.
Ma nessuna porta si è aperta e siamo stati trattati molto ingiustamente.
Signore, apri i cuori e le menti di tutti, di chi ha paura e di chi è insicuro, di quelli che uccidono e della gente di Gaza che, nonostante un assedio di sette anni e tre assalti consecutivi,
credeva di essere sicura nelle sue case ricostruite,
ma le loro case sono state demolite e le loro vite distrutte.
E’ il momento per un cambiamento radicale dei concetti e delle posizioni. Israeliani e palestinesi possono vivere insieme in pace e amore reciproco, se le cause dell’ingiustizia vengono rimosse. L’educazione data al popolo negli anni passati è stata negativa. Una nuova educazione deve partire: l’amore è possibile, la convivenza è possibile. L’atteggiamento della paura e dell’insicurezza deve cambiare. L’idea di uccidere così facilmente centinaia di uomini, donne e bambini deve cambiare. Signori della guerra, siete sulla strada sbagliata! Tutte le uccisioni, tutte le violenze, tutte le vostre armi non vi porteranno la sicurezza e non vi toglieranno la paura.
Le vie che portano alla pace sono vie pacifiche. Solo queste possono portare alla sicurezza e alla pace. Israele e tutti gli amici di Israele devono capire che dopo 60 anni di uccisioni e di violenza, la salvezza e la sopravvivenza di Israele non saranno mai assicurati dalle violenze presenti. Gli amici di Israele devono aiutare Israele a capire, se il loro amore per Israele è sincero e se hanno veramente a cuore gli esseri umani, sia israeliani che palestinesi, che le cose devono cambiare. L’attuale autorità Palestinese ha scelto questo percorso di pace, e mantiene la sua posizione retta e costante, anche se ha perso la sua popolarità tra il suo popolo, che vede come queste vie di pace infruttuose a fronte della violenza israeliana. La stessa conversione dovrebbe avvenire nei cuori delle autorità israeliane. Tutti i loro eserciti, armi e rappresaglie sono inutili e infruttuose. La ricerca della pace può essere svolta solo attraverso mezzi pacifici. Ci appelliamo a tutti coloro che hanno a cuore la dignità umana, e la vita umana, perché agiscano subito, senza ulteriori ritardi.
Ci appelliamo alla comunità internazionale, ai governi, alle chiese e alla società civile affinché esercitino pressioni su Israele perché rispetti il diritto internazionale, per togliere l’assedio a Gaza e per porre fine alla sua occupazione militare dei Territori palestinesi in conformità alle risoluzioni delle Nazioni Unite, e per superare e rimuovere tutti gli ostacoli che hanno impedito la pace tanto attesa. Ci vogliono saggezza e compassione, oltre all’equità verso entrambe le parti di questo conflitto – soprattutto quando uno è l’occupante e l’altro è l’occupato. C’è bisogno di uno sforzo condiviso e risoluto per portare la pace a tutti: israeliani e palestinesi, sulla base della quale ognuno si possa sentire sicuro e godere della libertà e di pari diritti in uno Stato sovrano e democratico. Non più la ripetizione di invasioni e massacri e uccisioni senza senso, sia individuali che collettive, come sta accadendo ora a Gaza.
Chiediamo alle Chiese di assumersi le loro responsabilità verso la Terra Santa, la terra delle loro radici, se veramente si preoccupano per le loro radici, per la Terra Santa e la sua gente. Molte chiese sembrano essere indifferenti o intimidite ad agire. Le Chiese devono fare pressione su Israele e anche sui loro governi nazionali per porre fine all’impunità di Israele e renderla responsabile. Tale pressione diplomatica è necessaria ora più che mai. Si tratta di salvare vite umane, ma anche di attribuire la responsabilità per gli atti criminali. Come in simili situazioni internazionali, ora è il momento per sanzioni economiche e militari. Dio Onnipotente, Padre celeste, ascolta le nostre preghiere. Aiutaci a lavorare insieme verso la libertà, la giustizia e la pace. Riempi il nostro cuore di amore e compassione e aiutaci a raggiungere una pace giusta senza la quale nessuna sicurezza può essere garantita per nessuno. Ricordaci che siamo tutti creati a tua immagine, e che possiamo trionfare tutti insieme su ogni male per vivere nella tua pace, non solo per mezzo di trattati e di accordi umani.
Amen.