[LA RIFLESSIONE] Avvento: una Chiesa in attesa, vigilante e orante

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Dopo un lungo periodo nel quale siamo stati costretti a fermarci e nel quale abbiamo perso il contatto con le persone, eccoci qui giunti al momento tanto atteso, la Veglia di Avvento. Con la Veglia abbiamo dato inizio al tempo forte dell’Avvento, tempo utile e necessario a ognuno di noi per riprendere in mano la nostra vita, i cocci del nostro essere cristiani e rimetterli tutti insieme per ricominciare, per ricostruire il nostro essere figli di Dio, il tempio della nostra esistenza. Partecipare alla Veglia è un’occasione di incontro per tutta la comunità diocesana, è il segnale che si vuole ricostruire il senso di comunità, l’essere una comunità in cammino, in crescita, che muta e cerca di farsi vicino a tutti i fedeli.

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Lo spunto della ricostruzione ci viene dato dal libro di Esdra, che insieme al libro di Neemia ci accompagneranno in questo anno pastorale. Nel libro di Esdra si racconta che il popolo si radunò come un solo uomo a Gerusalemme per costruire l’altare del Dio d’Israele. Tutto il popolo faceva risuonare grida di grande acclamazione, lodando il Signore perché erano state gettate le fondamenta del tempio del Signore. Anche noi in questa notte ci siamo riuniti come il popolo d’Israele nel ricostruire le fondamenta e Gesù il figlio di Dio ha scelto noi, come Sua casa, Suo tempio, Sua unica dimora. Ogni giorno nella nostra vita di cristiani, quando ci sentiamo stanchi, delusi, lontani da Dio, ci ritroviamo a distruggere ciò che il Signore ha costruito per noi, ma allo stesso tempo Lui è lì pronto a sostenerci e aiutarci nel ricostruire, a ripartire e con paura diciamo sì al Signore; la stessa paura ma anche fiducia che Maria sentì dentro di Lei quando disse quel “sì” incondizionato all’Angelo Gabriele.

Per la salvezza di tutti noi Maria acconsentì a diventare tempio di Dio, tempio della salvezza per accogliere Gesù vero Dio e vero uomo fattosi bambino per noi, così piccolo ma tanto grande da essere accolto e amato come fa una mamma per il suo figlio. Il mio augurio è che la preghiera e le riflessioni che la Veglia d’Avvento ci ha donato, possano aprire i nostri cuori ad amarci gli uni gli altri, ad accogliere il Gesù che viene, Signore della vita e della storia per diventare specchio di bontà e tenerezza per tutti. Buon cammino.

Simona Amato per Condividere
Segretaria del Consiglio pastorale diocesano

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