Pasqua è un giorno di festa solenne che ha inizio con la veglia notturna del sabato e si estende a tutta la domenica. Tale sosta prolungata in onore del Signore, prefigurata nella veglia del popolo d’Israele in attesa della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, è la più importante e significativa di tutto l’Anno liturgico e ne costituisce il momento culminante. Essa deve svolgersi di notte per consentire di viverne realmente tutto il suo significato. Quest’anno, purtroppo, la pandemia ci costringe ad anticipare l’orario di inizio della celebrazione, mantenendo immutato il senso dell’azione liturgica, ricca di elementi simbolici e rituali che ne accrescono il fascino.
La bellezza e il fasto della liturgia pasquale sono precedute e preparate dal silenzio austero del Sabato santo e dalla assenza in esso di ogni celebrazione. È il giorno in cui la comunità ecclesiale sosta in raccoglimento accanto al sepolcro dove il Signore Gesù dorme il sonno della morte, in attesa di abbattere la pietra che lo chiude e manifestarsi vivo e vincitore della stessa morte e del peccato.
A sera la veglia si apre con un lucernario nel quale, benedetto il fuoco, a esso si accende il cero pasquale, simbolo liturgico di Gesù Risorto, e dal cero le candele dei ministri e dell’assemblea dei fedeli. Il simbolismo è chiaro: il Risorto è la luce del mondo, che si irradia attraverso la sequela e la testimonianza di vita dei cristiani. Con la proclamazione della Parola di Dio si fa memoria della storia della salvezza e nella liturgia battesimale si rinnovano le promesse con le quali ci si impegna a servire Dio nella Chiesa.
Questa liturgia il popolo di Dio dovrebbe sentirla come propria in modo unico perché narra e traduce il mistero della salvezza e in essa ciascun battezzato rilegge la propria chiamata a vivere la missione ecclesiale nella condizione propria di ciascuno. E come il battesimo è partecipazione alla morte e risurrezione del Signore, così la celebrazione della Pasqua fa rivivere la grazia del dono ricevuto. Noi che abbiamo sostato davanti al sepolcro del Maestro, contempliamo allora il sepolcro vuoto e con i discepoli e le donne rinnoviamo il nostro atto di fede nella risurrezione del Signore e impegniamoci a portare a tutti la gioia del Signore risorto e vivo.