L’affido familiare è una esperienza di solidarietà e consiste nell’accogliere un bambino all’interno della propria famiglia per un periodo di tempo che può essere più o meno lungo; significa accogliere, educare, prendersi cura, istruire e garantire una relazione significativa. È una richiesta, ma al contempo, una risposta di aiuto nei confronti di un minore che ha tutto il diritto di vivere la sua infanzia e la sua adolescenza circondato d’amore.

La nostra esperienza comincia con “MetaCometa onlus”, un’associazione che si occupa di accoglienza, una grande famiglia, un luogo di speranza, il segno straordinario dell’amore di Dio. Siamo alla prima esperienza di affido, e una sera ci arriva una telefonata con la richiesta di poter ospitare nella nostra famiglia un bimbo di appena 25 giorni in potenziale stato di abbandono. Per noi è stato come ricevere uno schiaffo, che ci ha portati a una personale riflessione interiore. La nostra preoccupazione è stata come nostro figlio Riccardo avrebbe accettato la sua presenza nella nostra famiglia; ma i bambini a volte sono più maturi dei grandi e dimostrano l’amore più puro. Pensarlo da oltre 25 giorni ricoverato in ospedale in attesa che qualcuno lo porti via, ci ha profondamente interrogati e dopo una lunga notte al risveglio guardando negli occhi mia moglie Aurora abbiamo all’unisono detto: andiamo a prenderlo, non deve più stare in ospedale.

Quante incertezze, quanti interrogativi, scomparsi nell’istante in cui abbiamo incrociato i suoi occhi smarriti, il suo volto privo di espressività. Chissa? È bastato un attimo, è bastato tenerlo in braccio per capire il suo bisogno, per provare a comprendere il tumulto di emozioni che ci ha invaso. Non è stato facile ricominciare; non c’erano certezze, solo preoccupazioni e responsabilità nei confronti di una nuova vita indifesa che non ha mai avuto la possibilità di scegliere. Egli è stato un dono nella vita della nostra famiglia, perché le difficoltà riscontrate ci hanno permesso di stringerci forte e di affrontare questo arduo compito, con mille interrogativi, mille incertezze e preoccupazioni. Il piccolo è arrivato e non ha chiesto nulla, perché nulla gli è stato dato.

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Lo abbiamo circondato del nostro amore ed è stato questo amore la vera cura dei suoi piccoli problemi, e lui con i suoi occhioni ci ha trasmesso il suo senso di gratitudine, in ogni momento. A ogni suo risveglio, ci ha fatto dono del suo sorriso. Non è stato lui a fare il miglior incontro, ma la nostra famiglia. Quante notti insonni, quanti risvegli notturni, quante fatiche, tutte ricompensate. Non sappiamo quale sarà il suo futuro, ma siamo certi che tutto il nostro amore lo guiderà nel percorso tortuoso della vita.

Giorgio Venezia per Condividere

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Un commento

  1. Un gesto fatto col cuore e sopratutto dare un po d amore ad un bimbo che gli hanno tolto amore…..complimenti aiutare il prossimo e anche questo .fare un gesto d amore e una cosa bellissima

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