[LA STORIA] Dalla Sicilia in America: «Così studio le dipendenze da droghe»

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A pensarlo banalmente il cervello è una parte del corpo come un’altra. Eppure, se si ragiona un attimo, il cervello è il motore che muove tutto il fisico e i nostri comportamenti. Lo sa bene Rosanna Marino, 36 anni, originaria di Campobello di Mazara e laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche a Palermo nel 2008, oggi in servizio presso l’University of Maryland a Baltimora. La sua carriera da ricercatrice è iniziata proprio a Palermo: da gennaio 2013 a marzo 2015 ha seguito il dottorato di ricerca in Neuroscienze a Palermo poi il volo di migliaia di chilometri nella Grande Mela. Sono stati i vertici dell’NIH (National Institute og Health)-NIDA (National Institute Drug of Abuse) di Baltimora a cercarla.

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«Lì ho iniziato con una ricerca preclinica sui topi per studiare la dipendenza. In particolare mi occupo dei circuiti neuronali che sono responsabili della sensazione di benessere che le droghe danno, spiega Rosanna Marino. È stato un progetto di studio sull’ipotalamo laterale, l’area cerebrale sempre conosciuta come essere coinvolta in dipendenza di cibo e feeding compulsivo, per capire se lo stesso venisse coinvolto anche da dipendenza da sostanze d’abuso». Una ricerca, la prima svolta dalla Marino a Baltimora, che ha fatto da apripista agli anni di lavoro oramai trascorsi in America. Un istituto di almeno dieci laboratori dove la giovane campobellese è l’unica siciliana. Il target principale sul quale lavora la Marino è quello di andare a scoprire i circuiti neuronali che producono dopamina nell’area segmentale-ventrale, il neutrasmettitore del “piacere”.

«Il cervello è come se fosse una mappa – spiega la Marino – tutte le aree cerebrali hanno un differente ruolo che sfocia nella produzione di diversi comportamenti. Nelle linee generali si pensa che il cervello sia conosciuto al 100%. Ma non è così. La ricerca è mirata a conoscere nei dettagli come tutte queste aree cerebrali sono orchestrate. Le aree classiche del cervello sono conosciute. Ma come collaborano tutte le sezioni tra di loro? Ecco, noi studiamo questo». Così c’è l’Area Tegmentale Ventrale, la regione che contiene neuroni che rilasciano dopamina; poi il Dorsale Rafe che produce serotonina, neurotrasmettitore che regola umore; poi ancora l’Ipotalamo Laterale che regola comportamenti omeostatici tra cui l’assunzione di cibo e la Amigdala, area cerebrale coinvolta negli stati emozionali; e, infine, il Locus Coeruleus che produce noradrenalina e si attiva come se fosse in presenza di un reale pericolo preparando l’organismo all’attacco o alla fuga. «Il cervello è una parte del corpo difficilissima da studiare – spiega Rosanna Marino – noi, nella ricerca, iniettiamo un virus nella parte di cervello che desideriamo stimolare, codifichiamo una proteina che è sensibile alla luce e questo consente la stimolazione di determinati neuroni utilizzando un laser». Dalla Sicilia in Usa oggi Rosanna Marino è una vera americana d’adozione. Si è sposata ed è in attesa di un bambino.

«Venire qui in Usa? Mi è servito tantissimo, qui ho costruito la mia carriera da zero. Tornare in Sicilia? Cosa dovrei venire a fare?», dice la Marino. A Baltimora ha costruito la sua nuova vita. Il lavoro nei laboratori anche fino alle 20 di sera, poi la famiglia e il fine settimana con gli amici. La Sicilia è lontana, «mi manca il caldo, il mare e gli affetti più cari». A Baltimora sventola la bandiera a stelle e strisce. È qui che la ricerca non si ferma. È qui che Rosanna Marino ha costruito il suo futuro.

Max Firreri

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