La pericope evangelica di questa prima domenica di Quaresima (Lc 4,1-13), narra le tentazioni di Gesù nel deserto. Per quaranta giorni è tentato dal diavolo, ma solo alla fine, quando Gesù ebbe fame, Satana esce allo scoperto e tenta di sedurlo. L’evangelista Luca sottolinea un dato fondamentale: il demonio approfitta di un bisogno primario, fisico, ovvero quello di nutrirsi, per tentare il Figlio di Dio e sferrare successivamente qualsiasi altra lusinga. Ma Gesù riesce a superare ogni forma di tentazione citando la Parola della Santa Scrittura.
La liturgia odierna, all’inizio di questo cammino quaresimale, ci offre delle indicazioni ben precise per vivere pienamente questo tempo di grazia. Ogni credente simbolicamente sperimenta prima o poi «i quaranta giorni nel deserto», luogo che non deve essere guardato unicamente come ostile, inospitale e negativo; ma come spazio esistenziale necessario perché da lì abbia inizio o continui rinnovato il «ministero pubblico» di ciascun battezzato, chiamato a testimoniare la fede in Gesù Cristo risorto.
Dunque, il deserto è un luogo di passaggio, di attraversamento in cui ognuno di noi può sperimentare tra le tante cose anche la tentazione. È possibile vincerla solo se «nutriti con il pane della Parola e fortificati dallo Spirito» (Colletta, Anno C). La Quaresima sia un tempo favorevole per rispolverare dalle nostre librerie la Bibbia e così instaurare un rapporto familiare e quotidiano con la Parola di Dio; ma sia anche un tempo in cui lasciarsi guidare dallo Spirito Santo perché illumini il cammino di ciascuno per prepararsi all’evento della Pasqua.
don Nicola Altaserse per Condividere