Sono trascorsi 21 anni da quando, appena ventenne, sono partita da casa per iniziare un’esperienza di vita consacrata in cui sono rimasta, impegnandomi in un “per sempre” con il Signore, Dio della mia vita. Mi è sempre piaciuto pensarmi dentro una storia di alleanza e non tanto di disegno o progetto di dio su di me. Quello che ho sentito forte fin da giovane, è stato un legame di amicizia con il Signore che cresceva man mano che mi mettevo in gioco in diverse realtà come il volontariato in parrocchia e tra i malati, il servizio agli ultimi, l’impegno nell’azione Cattolica e la formazione missionaria diocesana. Incontri, volti, storie che mi hanno fatto conoscere e gustare la bellezza di una vita fatta dono.
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Mi sono chiesta tante volte che senso e che direzione dare alla mia vita. Il dono di Gesù nell’eucaristia, il suo spezzarsi e farsi pane per me, per noi tutti, ha dato risposta alla mia inquietudine e alla mia ricerca. Dio nel donare suo figlio Gesù ha scelto noi, ha scelto me. Ho pensato che la risposta a tanta grandezza e a una logica di gratitudine totale come quella di Cristo non poteva che andare nella stessa direzione, nel dono di me come restituzione.
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In questo pensiero ho toccato la felicità del cuore, ho sentito che in questa direzione potevo essere pienamente me stessa e crescere in una vita autentica. L’alleanza di vita con il Signore è iniziata da qui e attraverso tanti piccoli “eccomi” ha segnato le tappe di un cammino fiducioso e appassionato, fino alla promessa di fedeltà “per sempre”, l’8 dicembre 2007 nell’istituto delle francescane Missionarie di Maria. Fin da subito la famiglia religiosa che mi ha accolta, cresciuta e formata alla vita consacrata, ha avuto il volto di donne belle, felici della loro scelta, coraggiose e con vissuti missionari di respiro universale.
La bellezza di essere missionaria e di andare nel nome di Cristo in ogni parte del mondo (siamo più di seimila sorelle di nazionalità diverse e viviamo in 78 Paesi), con lui e portando lui, mi ha resa testimone di un amore che supera le diversità e che, anzi, costruisce percorsi di unità e di arricchimento reciproco, a partire dalle nostre diversità. Si sono aperte per me le porte della missione nel 2000 con un anno di vita in Madagascar, inserita in un progetto della famiglia francescana di recupero di famiglie in grave disagio sociale. Poi tornata in Italia per lo studio della teologia, ho continuato ad assisi un servizio di accoglienza ai giovani, accompagnando molti di essi nei viaggi missionari in Burkina faso nel periodo estivo.
Nel 2008 l’arrivo in Sicilia, prima Siracusa per circa dieci anni e ora qui, a Mazara del Vallo. Sono stati molti i vissuti che mi hanno aiutata a crescere e a stare accanto a chi fa più fatica nella vita: donne sole con figli, famiglie nel disagio sociale ed economico, vittime della tratta, minori stranieri provenienti dagli sbarchi. Tante persone divenute parte di me, che mi hanno insegnato a essere donna, ad assumere i tratti di madre e a far crescere la vita accompagnandola con pazienza e tenerezza. Dio non è Colui che scrive per me il futuro, ma Colui che amo, e desidero vivere il presente, che è dono suo, attraverso la Sua Parola Sacra che guida il mio quotidiano, con i fratelli a cui mi invia che a loro volta mi rinviano all’eucaristia, mangiata, adorata e contemplata ogni giorno. So che dio è per me, il dono di se stesso è per me, perché lui è puro dono e pura gratuità.
suor Alessandra Martin, ffm