[L’ANALISI] L’aeroporto, Ryanair e il turismo: “Dalle ceneri potrà mai nascere un nuovo castello?”

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Ci sono ancora i tavoli e le sedie. I pc e anche i distributori di bevande e caffè. Ma le stanze, al momento, sono vuote. Per Ryanair, dall’ottobre scorso, negli uffici a loro destinati presso l’aeroporto civile “Vincenzo Florio” di Trapani-Birgi, non entrano più equipaggi. Ieri è arrivato l’annuncio ufficiale: «Trapani per la stagione estiva non è più base nostra». La vicenda dell’aeroporto di Trapani, quando proprio l’estate è alle porte, si chiude in modo tragico. La compagnia irlandese assicurerà quattro tratte (Baden, Francoforte, Milano e Praga) con aerei ed equipaggi che arriveranno da altre basi europee. A Trapani si scenderà e si salirà come una normale fermata di autobus. Fine. L’aeroporto non sarà più parcheggio per i tre aerei che fino alla scorsa estate stazionavano al “Vincenzo Florio”. Per Ryanair un aeroporto è “base” quando gli equipaggi fanno i loro briefing negli uffici aeroportuali e partono al mattino salendo per primi sugli aerei. Che tradotto in spiccioli significa piloti, hostess e steward che vivono nei dintorni dell’aeroporto, si affittano gli appartamenti, fanno la spesa nei supermercati, girano nei locali.

Insomma, fanno economia sul territorio. Per quest’estate, dunque, l’aeroporto di Trapani non sarà “base Ryanair” e si perderanno quasi 19 rotte. La compagnia l’ha fatto sapere proprio ieri con un comunicato [LEGGI QUI] dove richiama quanto è successo negli ultimi mesi proprio per il “Vincenzo Florio”. Che snocciolando le tappe, il percorso è presto chiarito. 1. A marzo 2017 è scaduto il contratto di co-marketing con la compagnia ma il nuovo non c’era; 2. È iniziata la discussione tra i sindaci ma è mancata una regia concreta (affidata ad Airgest) che, nella vecchia procedura fu affidata alla Camera di Commercio; 3. La Regione (ai tempi del Governo Crocetta), solo dopo l’estate, ha provveduto a redigere e pubblicare il nuovo bando; 4. La sola compagnia che ha partecipato è stata Ryanair ma, intanto, Alitalia ha presentato ricorso al Tar per la presunta illegittimità del bando; 5. A gennaio i giudici danno ragione alla compagnia di bandiera e sospendono il bando; 6. Intanto il CdA della società “Airgest” era in scadenza e la Regione, dopo alcune settimane, ha provveduto a nominare i tre componenti del CdA con Paolo Angius come presidente.

ASCOLTA L’INTERVISTA AL SINDACO GIUSEPPE PAGOTO

In questi mesi è sembrato come se Ryanair non avesse più un interlocutore e, non avendo certezze di incassare i soldi del co-marketing e anche la necessità di programmare il piano estivo dei voli (Ryanair agisce come impresa), ha mollato gli ormeggi. Senza non fare un’analisi di ciò che senza di loro perde al territorio: «Circa 1.1 milione di passeggeri all’anno e 820 posti di lavoro in loco». Sono i posti di lavoro che, facendo i conti a casa degli altri, verrebbero a mancare sul territorio secondo un teorema più che veritiero: meno turisti, meno lavoro per alberghi, ristoranti e servizi e, di conseguenza, meno contratti di lavoro anche stagionali. Ma anche il personale di “Airgest” (che oggi vive in parte anche con i contratti di solidarietà; la società è indebitata per milioni di euro) potrebbe essere quasi dimezzato. Ryanair non investirà per l’estate 2018 a Trapani ma si dice fiduciosa che «questi tagli a Trapani possano essere rivisti nel corso del prossimo anno. Continueremo a discutere con l’aeroporto per verificare se e come ripristinare la crescita». Come dire, la porta la lasciamo aperta. E, intanto, la politica che fa? Giù a valanga note e comunicati stampa di preoccupazione e accuse per ritardi. Ma ci interroghiamo ancora: da queste ceneri potrà mai nascere un nuovo bel castello per l’aeroporto del nostro territorio?

Max Firreri

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