«Cari ragazzi, siate coraggiosi ma prudenti e responsabili». L’appello rivolto ai giovani è del responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale giovanile, don Giuseppe Inglese, in questo avvio di Fase 2. «Dopo uno dei periodi più difficili degli ultimi 100 anni, segnato da tanta sofferenza e purtroppo anche tanti morti in cui siamo stati chiamati a privazioni (60 giorni di “iorestoacasa”) sentiamo forte dentro di noi il desiderio e la nostalgia di toccare, ascoltare, contemplare, esplorare madre natura ma anche di un “contatto” con gli amici, affetti e compagni di banco».
Don Giuseppe, rivolgendosi ai giovani, dice che «voi che abitate nelle piazze virtuali con velocità e dimestichezza, vi siete accorti che vivere solo relazioni social non vi riempie e appaga; avete scoperto che vi è mancato qualcosa di fondamentale: il contatto umano». Per don Inglese «il dopo lockdown ci ha dato la possibilità di apprendere una lezione straordinaria per la vita».
Il web è solo uno strumento «che non può soddisfare il desiderio di pienezza e bellezza che portiamo nel nostro cuore e che ci rimanda alla originale relazione umana creata da Dio per amore. Ed è proprio Lui che ci chiama alla comunione e suscita nel nostro cuore il desiderio di essere in relazione con Lui, con noi, con gli altri!».