Quante volte nella tua vita ti è capitato di non sapere rispondere a una domanda in particolare e cerchi di trovare le parole giuste che spesso non esprimono totalmente il pensiero che hai in mente, o meglio, nel tuo cuore? A me capita soprattutto quando mi chiedono: «Come è nata la tua vocazione?». Per non parlare poi della fatidica domanda: «Ma come fa Dio a chiamare?». E io rispondo: sai, devi semplicemente connetterti alla sua rete wifi e il gioco è fatto: riceverai prima o poi una notifica da parte di Dio con la scritta: ci sei? E finalmente, dopo che hai ignorato tante volte quel contatto che vuole interagire con te, arriva il momento in cui decidi di cliccarci sopra e leggere tutti quei tentativi in cui Dio stesso ti invitava ad alzare il volume delle “casse” perché voleva farti ascoltare un messaggio vocale.
Le “casse” del tuo cuore. Confesso che, quando l’ho fatto, ho avuto letteralmente paura. Sì, perché quando Dio chiama la prima reazione è la tremarella, ti si gela il sangue. Insomma, è roba da far tremare le vene e i polsi. Ok, belle parole, qualcuno può dirmi. Ma tu che hai ascoltato? Ti rispondo subito e ti dico che ho ascoltato la voce di un Dio che mi ama, mi ha chiamato per nome e ha condiviso con me il suo progetto d’amore per me. Questa voce ha stravolto completamente i miei piani di vita.
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Fin da ragazzino, quando andavo in parrocchia per il classico catechismo, avvertivo una fascinosa sensazione di interesse nei confronti di quello che ero, di quel piccolo mondo ecclesiale che è la comunità parrocchiale e, ancora di più, di quello che un prete vi svolge all’interno. Eh sì, sono stato fortunato a incrociare sulla mia strada figure sacerdotali in grado di farmi innamorare di questo bellissimo ministero nella Chiesa. Poi è arrivata l’adolescenza, la stagione della crisi, degli interrogativi senza risposta e della ricerca continua di affermare la propria identità e di scoprire quale posto occupare nel mondo. Avevo progettato tutt’altro per la mia vita e nel frattempo avevo conseguito la maturità classica, mi ero iscritto alla facoltà di conservazione dei Beni culturali, dove ho conseguito la laurea nel 2010. Tutto molto normale, finché quella strana sensazione di essere su un percorso differente, rispetto a quello che Dio aveva indicato per me, mi ha portato tanto a riflettere, pregare e confrontarmi. Insomma, il “ricalcolo” del percorso del mio “navigatore esistenziale” è avvenuto quando ho scelto di entrare in Seminario nel settembre 2010 per scoprire veramente se quel sogno di diventare sacerdote era lo stesso di quello di Dio per me.
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Da quel giorno ho percepito sempre più conferme che la direzione era quella giusta, anche se le difficoltà non sono mancate, ma credimi, rifarei quella scelta altre mille volte. Non posso non ricordare con affetto e gratitudine la mia famiglia, il Vescovo, i formatori, i parroci che mi hanno seguito nelle esperienze pastorali, i miei compagni di Seminario, gli amici e tutte le persone che mi hanno accompagnato e sostenuto con grande forza in questi anni. All’età di 32 anni, aspetto con ansia il giorno più bello della mia vita, quello della mia ordinazione presbiterale che avrà luogo il 14 aprile nella cattedrale di Mazara del Vallo e ti invito a pregare per me, per il Seminario vescovile e per tutta la chiesa locale perché grata al Buon Dio per il dono di un nuovo presbitero, non rinunci mai a mettersi in ascolto della voce di colui che chiama a seguirlo in questa meravigliosa missione a servizio del suo popolo.
don Marco Laudicina per Condividere