Un occasione favorevole per “stare” col coniuge e con Dio. A Marinella di Selinunte (Castelvetrano) coppie di sposi e operatori di Pastorale familiare si sono trovati due giorni per gli esercizi spirituali, uno degli appuntamenti fissi che ogni anno l’Ufficio Diocesano della Pastorale Familiare offre alle coppie della Diocesi. Tema conduttore della due giorni è stato scoprire “il grande potere racchiuso nella coppia”. E già dalle prime note dell’incontro la sinfonia è scoppiata nel suo tema centrale: la coppia come presenza di Cristo, luogo in cui soffia “come brezza soave” lo Spirito Santo. Con la guida di don Bernardino Giordano e la forte testimonianza di Paola e Corrado Galaverna, le coppie presenti sono state condotte alla riscoperta del “noi” come luogo proprio in cui vivere l’Amore come decisione, come scelta per l’altro, come scelta per la pace, come palestra di perdono reciproco.
Un momento particolarmente forte è stata l’adorazione eucaristica del sabato sera: contemplazione di un corpo donato per Amore, in cui si è sperimentato, così come confermato dalle parole del Vescovo monsignor Domenico Mogavero, la capacita di ritrovare la tenerezza dei primi tempi, indipendentemente dal numero di anni trascorsi insieme, basta tornare alla fonte, a Cristo Signore che dal momento del “si” non molla mai nessuna coppia consacrata dal Sacramento.
La domenica è cominciata sotto una luce nuova: era la luce di un sole quasi primaverile; ma anche la luce della lampada della fede che il Vescovo ha acceso e consegnato ad ogni coppia alla fine della Messa. Era ancora la luce dello Spirito Santo, riscoperto come compagno di viaggio. Lo Spirito che va continuamente invocato fa della coppia il luogo del dono continuo, del perdono e della rinascita, il luogo della confidenza dove mostrare fragilità e ferite, ma anche il luogo della guarigione, il luogo della fiducia ritrovata. E se con fede saprà offrirgli le redini della propria vita la coppia avrà davanti a se orizzonti inimmaginabili e scoprirà l’oltre di Dio nella propria quotidianità.
Margherita e Salvatore Bonafede