Ci sono accadimenti dilatati nel tempo che, con il loro progredire, sembrano frutto di un disegno preordinato e significativo. Sì, perchè a Gibellina, dopo due missionari, suor Dionella e padre Mario Pellegrino, è venuto il tempo della missione dei frati Minori che sono stati con noi dal 24 febbraio al 3 marzo, grazie alla provvidenziale mediazione di un nostro concittadino, Federico Capo, che sta vivendo un periodo di discernimento vocazionale presso il convento dei Francescani di Chiaramonte Gulfi. Quello con i missionari prima e con i frati poi è stato un “crescendo” di incontri che ci ha dato l’opportunità di ascoltare veri testimoni della fede non solo con le parole, ma con le opere. Ed è questo ciò che conta poichè, in un mondo sovrabbondante di parole, solo la Parola incarnata può dire veramente.
È stato anche un crescendo di gioia: prima la solarità dei due missionari, poi la letizia travolgente dei Frati Minori. Fra’ Valerio e fra’ Arturo, provenienti da La Verna, vivono lì come eremiti e da lì, resi annunciatori dallo incontro orante con il Signore, sono pronti per incontrare i fratelli, missionari in varie parrocchie d’Italia. A loro si sono aggiunti altri confratelli, provenienti da Chiaramonte e dalla vicina Alcamo, tutti uomini di Dio al servizio autentico e gioioso dei fratelli nella Chiesa. Una piccola “famiglia francescana” ha percorso così le vie della nostra cittadina; ha incontrato i suoi volti di giovani, adulti, bambini; ha avuto una parola, un gesto di accoglienza, di familiarità per tutti e per ciascuno. Si respirava la spiritualità e la fraternità di Francesco durante gli incontri con i vari gruppi parrocchiali, la stessa che per lunghi anni abbiamo vissuto grazie alla presenza delle suore Francescane Elisabettine e che la venuta di suor Dionella ci ha fatto riassaporare.
Incontri basati sulla esegesi del brano evangelico proposto e poi dalla parola alla vita, in un dialogo fruttuoso dove si respirava vita di comunità vera, riunita attorno alla Parola che dà vita e declina in Dio–Relazione la grammatica delle relazioni autentiche. E poi la convivialità che dice della gioia non frettolosa dell’incontro che va gustato e di cui rimane il ricordo nel tempo. Ma, come i frati stessi hanno sottolineato durante il saluto finale, i momenti più significativi, senza sminuire l’importanza degli altri, sono stati quelli dell’incontro con gli ammalati e con le loro famiglie per condividere le loro sofferenze e portare la gioia del Risorto.
I Frati ci hanno lasciato il testimone: «Adesso spetta a voi continuare la missione – ha detto fra’ Valerio – sostenuti dal nostro ricordo nella preghiera». E noi, pur con le nostre quotidiane esperienze di morte e resurrezione, faremo del nostro meglio per essere testimoni del Vangelo nella ferialità della vita, certi che il Signore ci è accanto e che i nostri “confratelli” della Verna ci sostengono con la loro preghiera.
Sara Civello per Condividere