Digiunare è così simile a fare dieta e a imparare una sana alimentazione; fare elemosina è così simile a dare un piccolo aiuto; pregare è così simile a fermarsi a pensare e riflettere, che ci si chiede a cosa serve ancora parlare di Quaresima. Poi magari scopri, se a queste parole chiavi dell’inizio della Quaresima, invece di penitenza scrivi pellegrinaggio, che ti trovi dentro i pilastri dell’Islam; allora è la confusione è totale. Cosa è il cristianesimo, dunque, un semplice umanesimo della bontà e della verità, o una religione come sono le altre? Eppure qualcosa di luce e di originale ci sfugge, di unico e di forte e non dobbiamo perderlo nel nostro fare quaresima! Ed è il modo con cui Gesù stesso, il nostro Gesù, quello che i Vangeli ci donano come il Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo, ha interpretato, nella sua vita, un tempo definibile come quaresima.
La Quaresima di Gesù è il suo viaggio di libertà e di obbedienza, di amore per il Padre e per ogni fratello, verso la Pasqua, è il suo modo di essersi preparato alla Pasqua. Prima di essere il nostro modo di prepararci alle celebrazioni, è il suo modo di aver accolto nella sua vita, nella sua storia, nella sua incarnazione, la necessità della sua passione, morte e risurrezione. Che cosa rende necessaria la sua croce? È la nostra liberazione da ogni forma di schiavitù, di legame, di catena, che ci impedisce di vivere di Dio, della sua amicizia, della sua paternità. Gesù ha vissuto la Quaresima fino alla croce per restituirci Dio come Padre! E questo non è nè semplice umanesimo, nè semplice religione. È la sua vita. Ed è ora la nostra vita.
Noi facciamo Quaresima per non perdere Dio, per non sostituire Dio, per non surrogare Dio, per non idolatrare Dio. Per noi, Gesù. Per Dio, noi. La Quaresima è il tempo in cui Dio ritorna a essere il dono più prezioso che ci ha fatto Gesù. È il tempo in cui Dio ci viene rivelato come Padre dal Figlio. È il tempo in cui Dio si lega a noi come Spirito. È tempo spirituale. Con autenticità, allora, il tempo di Quaresima è necessario per la conversione spirituale verso Dio. Si tratta di rinunciare al peccato, parola antica e nuova, purtroppo, alle sue seduzioni, alle sue opere e credere in Dio, in Dio che è Padre, Dio che è Figlio, Dio che è Spirito; credere alla risurrezione, credere alla Pasqua. È tempo per non lasciarsi sfuggire il proprio battesimo come consapevolezza di fede e come stile di vita.
È tempo teologale. Da Cristo, per noi, la Quaresima è tempo necessario, spirituale e teologale, di anima. Parola antica nuova, più bella di peccato. È possibile cambiare mentalità. È possibile convertirsi e passare dalle abitudini di peccato alle cose d’anima. Di cosa ha bisogno la nostra anima? Di cosa vive? Perchè Dio la crea per ognuno di noi? Perchè è così preziosa? Perchè è il suo sigillo, è il suo respiro in noi, è il suo soffio vitale. E ciò che ci rende tempio, gloria, vivi. È la vita di Dio in noi. La Quaresima è tempo d’anima. È tempo di desiderio spirituale. E va vissuta insieme, comunitariamente, perchè è la via per santificarsi insieme, per una spiritualità comune, collettiva.
don Vito Impellizzeri per Condividere