Le reliquie di Santa Bernadette arriveranno giovedì 23 gennaio nella Diocesi di Mazara del Vallo. Un evento eccezionale che sarà accolto come dono della provvidenza di Dio alla nostra comunità unitalsiana e alla Chiesa locale. La “peregrinatio” avrà inizio a Marsala il giorno 23 e proseguirà il 24 a Partanna e il 25 a Mazara del Vallo. È la prima volta che le reliquie arriveranno nella nostra Diocesi e sarà il Vescovo monsignor Domenico Mogavero a presiedere la celebrazione eucaristica che sabato 25 gennaio, in Cattedrale a Mazara del Vallo, costituirà il momento culminante della tre giorni diocesana: un’occasione di festa che raccoglierà alle ore 18,30 tutti i volontari dell’Unitalsi insieme ai malati, ai pellegrini e ai fedeli.
IL PROGRAMMA
Giovedì 23 gennaio, Marsala
ore 10,30, chiesa madre: Accoglienza delle reliquie, venerazione, preghiera e riflessione;
ore 17, chiesa madre: Santo Rosario meditato, unzione degli infermi, santa messa e Veglia di preghiera.
Venerdì 24 gennaio, Partanna
ore 10, chiesa Madonna delle Grazie: Arrivo delle reliquie presso la chiesa (lato grotta di Lourdes), momento di preghiera e processione verso il Santuario della Madonna della Libera, con la partecipazione dei ragazzi delle scuole;
ore 11: Arrivo al Santuario e Santa Messa;
ore 17, Santuario Madonna della Libera: celebrazione eucaristica con gli ammalati;
ore 21: Veglia di preghiera.
Sabato 25 gennaio, Mazara del Vallo
ore 11,30: arrivo delle reliquie al Monastero di San Michele;
ore 15,30: trasferimento delle reliquie in processione in Cattedrale;
ore 16,30, Cattedrale: Rosario meditato e unzione degli infermi;
ore 18,30, Cattedrale: celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Domenico Mogavero.
LA STORIA
«Io non vivrò nemmeno un istante della mia vita senza amare». Questa è una delle tante espressioni di Bernadette arrivate fino a noi. Strano destino quello di questa ragazza, una come tante altre, che se proprio si deve distinguere è perché è analfabeta e malaticcia, e per di più appartenente ad una famiglia povera. Suo padre è un mugnaio fallito, sua madre deve fare la lavandaia in casa dei ricchi, un suo fratellino è scoperto in chiesa a mangiare la cera delle candele per sopire gli stimoli della fame. Eppure sarà lei la prescelta, colei che vedrà la Vergine Santa alla grotta di Massabielle. «Se la Santa Vergine avesse trovato una ragazza più ignorante di me, avrebbe scelto proprio quella» dirà con umiltà Bernardette quando da suora rievocherà la sua infanzia. E ne diventerà la messaggera, la portavoce fedele. «Io sono l’Immacolata Concezione» le dirà la Signora nel dialetto della regione, la sola lingua, o dialetto, che allora Bernardette conosceva. Giudicata come una pazza o un fenomeno da baraccone dai suoi critici, una Santa in terra dai suoi fedeli, Bernardette passa in mezzo alla gente sicura di una sola cosa: la Signora le ha dato dei messaggi e lei deve farli conoscere a chi di dovere. Non la fermeranno nè interrogatori delle autorità civili nè l’incredulità, almeno iniziale del clero. Tutto questo non lo fa per interesse personale: lei, come del resto la sua famiglia, continuerà a rimanere povera per tutta la vita. Finito il suo compito di messaggera, si ritira nel convento di Nevers dove consuma in silenzio il resto della sua breve esistenza «macinata come un chicco di grano», come confiderà ad una sua consorella. Oggi Lei a Lourdes non c’è: perché ogni pellegrino deve prenderne il suo posto, vedere con i suoi stessi occhi, ascoltare con le sue stesse orecchie l’eterno messaggio di amore, di pace e di conversione che può far cambiare l’esistenza di ognuno e dell’umanità intera.
L’UNITALSI E LOURDES
La storia dell’Unitalsi ha un legame particolare con il santuario mariano di Lourdes. Era il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Era un ragazzo poco più che ventenne, affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi 10 anni; molto sofferente nel corpo e nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi chiese di parteciparvi con una precisa intenzione: giungere dinanzi la grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un gesto clamoroso. Ma ciò fortunatamente non accadde. Davanti alla grotta dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernardette, venne colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio vedendo come la condivisione regalava conforto, speranza e serenità ai sofferenti. Al centro della storia unitalsiana c’è, quindi, la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre 100.000 aderenti, uomini, donne, bambini, sani, malati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale.
Oggi l’attività dell’Unitalsi non si limita ai pellegrinaggi mariani, ma continua in sezioni e sottosezioni dove si organizzano giornate speciali per gli ammalati, condividendo momenti di preghiera, ma anche di letizia. Vogliamo essere uno strumento di «carità operativa» e di «creativa» nelle mani del Signore. Vogliamo condividere un impegno per costruire la speranza. I molteplici progetti Unitalsi rappresentano un’opportunità per quanti vogliano unirsi a noi in questa missione di carità, scegliendo l’ambito più vicino alla propria sensibilità e alle proprie attitudini.
Angela Alagna