Fiocco rosa alla “Fondazione San Vito Onlus” di Mazara del Vallo. Per la prima volta da quando la Fondazione ospita richiedenti asilo politico (attualmente sono in 44, compreso tre bambini), è nata una bambina da una giovane immigrata. Si chiama Emmanuela, nata 3,870 kg all’ospedale di Castelvetrano dove la mamma, Sharon Odeh è stata seguita in questi mesi e dove ha partorito con cesareo. La storia di Emmanuela venuta alla luce in Sicilia, inizia in Libia. Lì, in quella terra di passaggio, lontana dalla Nigeria, è avvenuto il concepimento. Sharon ed Evans Omorodion, anche lui nigeriano, si sono conosciuti in Libia, dove hanno vissuto alcuni mesi prima di imbarcarsi verso la Sicilia. Ma i loro destini si erano separati: lui, Evans Omorodion Asia era riuscito a partire prima su un barcone di fortuna; lei, Sharon Odeh, è arrivata a Lampedusa qualche mese addietro, poi il trasferimento alla “Fondazione San Vito Onlus”.
La nascita della loro figlia, Emmanuela, li ha fatto riabbracciare proprio a Mazara del Vallo, la città che ha mostrato, tramite gli operatori della stessa Fondazione oggi presieduta da Vilma Angileri, l’aspetto più bello dell’accoglienza. Il papà Evans, attualmente ospite del centro “Amahoro” alla periferia di Roma e in attesa del permesso di soggiorno, è venuto apposta a Mazara del Vallo per riconoscere la propria figlia. E così ha potuto riabbracciare Sharon, anche lei in attesa del permesso. Il giovane ha fatto rientro nel centro di Roma, dove il prossimo marzo terrà il colloquio con la Commissione territoriale.
Per la bimba è scattata una vera gara di solidarietà tra gli operatori della Fondazione, per l’acquisto del corredo, passeggino e quant’altro necessario. «Ho rivissuto i momenti di quando sono diventata mamma – spiega Annamaria Lodato, un’operatrice della Fondazione – ci siamo subito attivati affinché a Sharon ed Emmanuela non mancasse nulla. C’è chi ha provveduto a comprare il corredino completo, chi ancora biberon, bollitore e quant’altro necessario». A partecipare alla gara di solidarietà sono stati anche gli anziani del “Centro anziani attivi…vivi la vita”. «Questo è il vero volto dell’accoglienza – ha commentato il Vescovo monsignor Domenico Mogavero, delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana – dove i rapporti umani vengono vissuti oltre le religioni. L’esperienza pratica che la Fondazione, con tutti i suoi operatori, in questi anni sta facendo nell’accogliere i richiedenti asilo è una testimonianza di vita che arricchisce non soltanto i ragazzi migranti ma anche tutti noi». In Fondazione, intanto, altre due ragazze subsahariane, sono in attesa di altri due bambini che nasceranno nei prossimi mesi.