Quasi sempre tutti fin dall’età più tenera abbiamo ricevuto l’invito dal nostro parroco o da un suo collaboratore a diventare ministrante, oppure direttamente un aiuto a servire messa che ci ha colti di sorpresa. Molti hanno risposto di sì e offrono questo servizio per le loro comunità parrocchiali. Ma cosa sta dietro a tale invito? Una chiamata vera e propria da parte del Signore che invita tutti a rispondere al suo amore e a dare il proprio contributo per l’edificazione della Chiesa sua sposa.
E proprio su questo abbiamo riflettuto con i ministranti dall’età compresa da 6 a 12 anni della parrocchia di Santa Caterina V. e M. di Salaparuta. Iniziando dal racconto della chiamata dei primi quattro discepoli raccontataci da Matteo 4,18-22, i ministranti hanno percorso un itinerario che dal dono della chiamata ci ha portati alla gratuità della risposta del servizio. Abbiamo visto come il ministrante è un inviato speciale chiamato a servire Gesù nella persona del sacerdote e insieme a lui partecipare in maniera viva a quell’ultima cena in cui Gesù si dona hai suoi nei segni del pane e del vino. Per questa sua vicinanza al sacerdote e all’altare in cui si realizza il più grande miracolo della storia, il ministrante è privilegiato nei confronti di tutta la comunità.
Per questi motivi si trova di fronte un impegno molto grande, che richiede una responsabilità e un impegno serio e gioioso. Un servizio dunque che va fatto con impegno e con la volontà di crescere e di diventare un esperto del mestiere, senza aver timore se qualche volta si sbaglia. Essere ministrante significa anche dare il buon esempio a chi ci guarda, significa aiutare l’assemblea a pregare bene, riconoscere la presenza di Gesù nell’Eucarestia e nella parola di Dio proclamata. Infine per essere un buon ministrante ci vuole coraggio! Dopo questa introduzione abbiamo riflettuto sull’anno liturgico, sulle varie parti della messa, i luoghi della Chiesa. Abbiamo concluso con una visita alla sede della nostra diocesi e ai luoghi di culto principali di Marsala, incontrando anche alcuni sacerdoti.
Daniele Donato