Formazione della coscienza ed educare a riconoscere il bisogno. Queste le due tematiche della relazione sul tema La solitudine dei ragazzi nella scelta del bene e del male che ha tenuto Anna Gioeni, docente presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Messina, a conclusione dei lavori del Convegno diocesano, la due giorni a Marsala che ha visto insieme operatori pastorali, insegnanti di religione, giovani e scout. «La formazione della coscienza dura tutta la vita – ha detto la Gioeni nel suo intervento – bisogna essere credibili agli occhi degli adolescenti, educare a riconoscere il bisogno di Dio e degli altri». Ed ancora la Gioeni: «I ragazzi oggi sono soli – ha spiegato – i giovani sono immersi in un mondo che noi adulti abbiamo consegnato loro. È necessario che la famiglia, la chiesa, la scuola, i mass-media siano presenti con la testimonianza, in caso contrario ci ritroviamo un puzzle incompleto. Non possiamo affidare ai ragazzi responsabilità oggettive».
Il Convegno si è concluso con l’intervento del Vescovo monsignor Domenico Mogavero che ha relazionato sul tema Chi è la Chiesa? la Chiesa della Trinità. Il Vescovo ha, altresì, aperto una riflessione sul mondo degli adolescenti e la rete: «Non possiamo ignorare questo mondo virtuale – ha detto – dobbiamo accettarlo come comunità che vive il nostro tempo». Chiesa presente sul territorio, quindi, che dialoga ed ascolta. Ecco perché il Vescovo ha elencato gli impegni-priorità della Chiesa in Mazara del Vallo, proprio a conclusione dei lavori del Convegno: Umanesimo mediterraneo, «più attenzione al tratto umano, qualunque colore abbia e qualsiasi religione professi – ha detto – mi chiedo, quale umanesimo viviamo nelle nostre parrocchie? È necessario che si cerchi il dialogo coi parroci, quindi accoglienza, dialogo anche e, soprattutto, a chi vive le nostre comunità». Scelta educativa per fasce d’età, «con una logica progettuale differenziale che interessi i bambini, gli adolescenti, gli adulti, le famiglie per i differenti bisogni». Ed ancora: attenzione alle nuove povertà, più incarnazione sul territorio, «sentirlo come proprio». E per ultimo l’Eucaristia. «Bisogna crescere insieme o ci si inaridisce» ha concluso il Vescovo.
Davvero interessanti le parole del Vescovo. Un uomo vicino alla gente, un vero pastore.