Anche quest’anno il 2 febbraio anche nella nostra Diocesi si è celebrata la Giornata mondiale della vita consacrata. Nella Cattedrale Ss. Salvatore a Mazara del Vallo il Vescovo ha presieduto la santa messa per celebrare la ricchezza carismatica della Chiesa, unificata dalla fede nella medesima sorgente soprannaturale dello Spirito, ma diversificata nelle sue molteplici attuazioni dell’unico Mistero creduto, amato e vissuto. L’appuntamento annuale ha dato l’opportunità di sperimentare un momento di comunione nella memoria della misericordia del Signore ai presbiteri e a chi si è donato a Dio con speciale consacrazione, secondo la propria vocazione, per vivere la pienezza della vita in Cristo. Di questa pienezza, ciascuna vocazione costituisce un segno fascinoso.
Ma cosa è la vita consacrata? È una chiamata a manifestare la straordinarietà della vita cristiana, fondata non sulla ragionevolezza umana, ma sullo scandalo della passione inestinguibile di Dio per la sua creatura. La potenza feconda dello Spirito dell’Eterno è la vera ragion d’essere della vita consacrata. La fedeltà a Dio e all’uomo spinge a ricercare oggi dentro la concretezza della quotidianità le sorgenti soprannaturali della speranza. Il tempo difficile che stiamo vivendo custodisce il Mistero del divino operare. Ogni nuova nascita è preceduta da dolore e travaglio, ma è fatta anche di attesa e di nuove speranze. Questa è l’ora; è il tempo della mietitura, il tempo in cui Dio manifesta la veracità delle sue promesse.
Il mal di vivere che prende trasversalmente tutti i campi dell’esistere è un tempo favorevole per chi vuole trasmettere il Vangelo del Regno. Le crisi fanno riflettere. Sia per l’uomo credente, sia per l’uomo chiuso al sovrannaturale la salvezza potrebbe essere una opportunità a portata di mano ora più che ieri. In un mondo sovraccarico di informazioni, di idee, di messaggi, fino a provocare non una pienezza di significato ma un collasso di senso, la vita consacrata è una indicazione sull’essenziale necessario che illumina il cuore dell’uomo e rende non solo più vivibile, ma anche affascinante, l’avventura degli umani sulla terra.
don Gianluca Romano