Alessandro Pulizzi: «Io, in una meravigliosa comunità»
Chi lo avrebbe mai detto? È proprio vero che il Signore non finisce mai di sorprendere. Anni fa, nel ’96 cominciai a frequentare, forse per gioco o per curiosità, la parrocchia chiesa madre di Marsala. Pian piano accettai di far parte del gruppo dei ministranti e del gruppo giovani di Azione Cattolica di cui facevano già parte mia sorella Carla e mio fratello Marcello e dove incontrai per la prima volta Anna, che dopo qualche anno sarebbe diventata mia moglie.
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Oggi, dopo tanti anni, mi trovo circondato da amici e fratelli nella fede, prossimo a ricevere, con le mie debolezze, fragilità, e tanti difetti, pieno di dubbi, domande e paure, il ministero del lettorato. Anni, questi passati, in cui grazie a Dio ho avuto modo di capire e di scoprire di fare parte integrante della Chiesa, di essere stato invitato (cfr Mt 22,1-14) a far parte a una meravigliosa e vasta comunità che condivide la propria fede in Gesù Cristo e, alla luce di questa condivisione, cresce e si sostiene vicendevolmente. Ho avuto modo di capire quanto Gesù Cristo, morto e risorto, nella storia abbia misteriosamente scelto, a partire dalla sua incarnazione, di giungere all’uomo solo attraverso l’uomo (cfr Mt 25,31-46), scegliendo così di istituire la Chiesa come suo corpo mistico. Un tutt’uno, un unico corpo in cui ogni uomo è originale e insostituibile e da sempre già pensato da Dio (cfr Ger 1,5), e che si mette a servizio del prossimo in quanto consapevole che non si può tendere il cuore a Dio senza tendere la mano al prossimo (cfr Mt 22,35-40).
Le due cose vanno da sempre di pari passo (cfr Dt 6,5; Lv 19,18). Ritengo ci sia una stretta attinenza tra il ministero del lettorato e la profezia. La prima lettura che ci propone, per buona parte dell’Anno liturgico, la Liturgia della parola, proclamata guarda caso da un lettore dall’ambone, è tratta da uno dei profeti. Che cos’è la profezia? Che vuol dire essere profeti oggi? Letteralmente profeta è colui che parla davanti o “colui che parla per, al posto di”, quindi colui che parla “pubblicamente” (davanti ad ascoltatori, a un’assemblea), ma anche colui che parla al posto di, in nome (di Dio). In altre parole, profeta è colui che legge il presente alla luce della Scrittura. Un sempre rinnovato grazie al Signore e a tutti quelli che in questi anni di crescita spirituale e di formazione umana e non solo, sono stati segno profetico e strumento della Sua presenza.
Alessandro Pulizzi
In cammino, «il dono a chi soffre»
Sin da bambino ho vissuto sempre la fede in modo semplice, frequentando la messa domenicale. Durante gli studi universitari, un collega di facoltà mi invitò a partecipare a un campo estivo ad Assisi. Quel viaggio ha cambiato la mia vita… Ho iniziato a interrogarmi sulla finalità della mia esistenza e sul mio rapporto con Dio. Dio voleva comunicarmi qualcosa, ma avevo difficoltà a comprenderlo. La risposta, più tardi, l’ho trovata in mia moglie Isabella con la quale ho costruito una famiglia e generato il piccolo Gaspare. Insieme a Isabella ho iniziato un cammino di approfondimento della mia fede attraverso l’ascolto, la meditazione della Parola e l’accoglienza di Gesù Eucarestia; il dialogo spontaneo con Dio è divenuto sempre più assiduo e intenso.
Gesù mi ha posto accanto alcune persone, come don Giacomo Marino e le Suore Elisabettine, che mi hanno testimoniato la gioia di donarsi agli altri. In particolare don Giacomo Marino, coinvolgendomi prima nel servizio all’altare come ministrante e poi nel servizio di ministro straordinario della comunione, mi ha permesso di conoscere da vicino la sofferenza e la solitudine di anziani e ammalati. Le loro testimonianze di vita cristiana e l’incontro con Giovanni e Carlo, laici innamorati di Gesù, mi hanno aiutato a maturare lo spirito del servizio nella Chiesa, donare se stessi agli altri. Portare la pace, la Parola e Gesù Eucarestia che conforta e ristora il cuore di chiunque l’accoglie, è divenuta pian piano per me una vera missione. Il desiderio di ricambiare l’amore di Dio, donandolo a chi soffre è diventato in me sempre più ardente, conducendomi ad accogliere la chiamata verso il diaconato permanente.
Francesco De Vita
«Nella mia vita la presenza di Dio»
Mi chiamo Antonio Ferro, sono papà di tre figli e marito di Caterina. Svolgo la professione di medico. Apparentemente non c’è nulla di straordinario nella mia vita ma, con gli occhi della fede, colgo la straordinarietà data dalla presenza di Dio nella mia vita personale e familiare: mi è stato sempre accanto, sostenendomi e, con la Sua grazia, io e mia moglie abbiamo sempre cercato di vedere in ogni piccola o grande situazione della nostra vita quotidiana la presenza di un Dio che ci sostiene e ci conduce per mano.
Ci sforziamo, come cristiani e battezzati, di essere attenti alle necessità dei fratelli che il Signore ci fa incontrare e, nonostante i nostri limiti, cerchiamo di aiutarli, condividendo ciò che abbiamo e aprendo all’accoglienza la nostra casa. In questa quotidianità Dio ci ha parlato ancora nella chiamata al diaconato permanente, che è personale e familiare.
Si è diaconi quando si vive una vita di intimità con Dio; si è diaconi quando la gioia di sentirsi amati non può essere trattenuta per sé e necessariamente esplode per contagiare gli altri; si è diaconi quando si è pronti, nonostante le fragilità, ad andare contro-corrente per vivere alla sequela di Gesù, umile servitore nel filiale abbandono al Padre.
Così, dopo un primo periodo di discernimento con la mia famiglia, quattro anni fa iniziai gli studi di teologia. Gli incontri di formazione, gli esami, i ritiri personali e familiari ci stanno aiutando a crescere umanamente e spiritualmente.
Il 3 dicembre riceverò dal nostro Vescovo Domenico il ministero del lettorato. Il lettore è colui che proclama la Parola di Dio, annuncia il Vangelo ed educa alla fede; è colui che si sforza di incarnare nella propria vita il messaggio del Vangelo e ne testimonia la bellezza nella predicazione e nella catechesi. Vi chiedo allora di pregare per me affinché sia sempre un fedele e umile strumento nelle Sue mani.
Antonio Ferro