[L’INTERVENTO] Politica e corruzione, «clientelismo offende principio uguaglianza»

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«C’è un rischio di rassegnazione e assuefazione che è inconciliabile col nostro essere cristiani e i valori fondamentali della nostra Costituzione». È quanto affermano don Francesco Fiorino e Gino Gandolfo, direttori dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro delle Diocesi di Mazara del Vallo e Trapani, dopo la recente inchiesta che ha coinvolto 24 indagati tra operatori nel campo della formazione professionale ed esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche nei Comuni di Marsala, Custonaci, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice, che avrebbero contribuito al sistema messo in piedi dall’ex senatore Antonio Papania. «Il sistema clientelare offende il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione: tutte le cittadine e tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione di ogni sorta, devono potersi esprimere ed essere riconosciuti per le loro capacità umane e professionali. Più volte Papa Francesco ha richiamato i cattolici a sentite l’urgenza di contrastare la triplice “piaga” di corruzione, abusi di potere e illegalità nella politica, come nella società. A nessuno è lecito preferire una persona ad un’altra sulla base di compensi illeciti o di scambio di favori elettorali che minano quella fondamentale prerogativa che è la libertà del voto», spiegano don Fiorino e Gandolfo.

I due direttori confidano nell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine affinchè si faccia «chiarezza». E poi l’appello: «Ci auspichiamo che i partiti e tutti i soggetti sociali intermedi s’impegnino in una opera interna di risanamento morale e non accettino dinamiche perverse e illegali per acquisire “posti” di potere a qualunque costo. Non possiamo tradire le nuove generazioni e le loro aspirazioni di giustizia e di una politica che cerca il bene dei singoli e dei gruppi prima di ogni interesse individuale».

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