Il 9 marzo dell’anno scorso i titoli dei telegiornali e le testate dei quotidiani annunciavano il cosiddetto lockdown che ci ha costretto a rimanere in casa, a cessare da ogni attività lavorativa, scolastica, sportiva, culturale ed ecclesiale. Chi l’avrebbe mai detto che l’8 marzo sarebbe stata l’ultima santa messa celebrata comunitariamente e che dal 15 marzo ci saremmo ritrovati a trasmettere la celebrazione eucaristica tramite i social? Sono stati mesi in cui le relazioni umane sono venute meno per contenere e debellare la diffusione del virus e molti lo hanno letto come tempo di prova, un vero e proprio tempo penitenziale. Qualcuno oserebbe dire che il momento storico che stiamo vivendo è già un itinerario quaresimale.
Perché, dunque, vivere la Quaresima in questo periodo così difficile per tutti? La Quaresima che abbiamo iniziato è un tempo liturgico che sapientemente la Chiesa ci offre come momento privilegiato per ascoltare la voce di Dio e ritornare a Lui con tutto il cuore. È un tempo favorevole per essere visitati intimamente dalla grazia del Signore perché questi mesi pesanti e faticosi non siano resi vani rimanendo, noi, ancora una volta insensibili e duri di cuore. La Quaresima è tempo per riflettere, ri-specchiare il nostro io interiore, la nostra umanità e domandarci: cosa è cambiato di positivo in me in questo tempo di pandemia? Sto riscoprendo e dando un ordine a quella gerarchia di valori che sembravano quasi insignificanti perché preso da tante altre cose? Sono riuscito a comprendere quanto siano vitali e fondamentali le relazioni umane?
La Quaresima è un tempo che ci richiama all’essenzialità, indirizzando il nostro sguardo e pensiero verso quei gesti, carichi di valore e di significato, che per noi erano scontati e adesso ci mancano tantissimo. Quanto vorremmo abbracciare i nostri cari, stringerci la mano, dedicare del nostro tempo a chi soffre la solitudine! È vero, la pandemia ci ha tolto la possibilità di compiere questi gesti di vicinanza, di prossimità e di affetto, ma non potrà mai spegnere e distruggere l’amore che noi nutriamo per Dio e per gli altri. Allora, come diceva un vecchio canto: “apri le tue braccia, corri incontro al Padre, oggi la sua casa sarà in festa per te”, sì, corri verso di Lui… lasciati trasformare dalla Sua grazia… lascia che Lui operi nella tua vita… lascia che Lui trasfiguri la tua umanità in quella del Figlio, perché tu comprenda che nella vita quello che conta è amare Dio e il prossimo… solo l’amore conta, il resto è vanità come affermava il saggio Qoèlet.
Se la Quaresima dello scorso anno è stata travolta dallo tsunami del virus, la Quaresima di quest’anno voglio vederla come un tempo di assestamento! Questa Quaresima, come tutte le altre che hanno lo scopo di condurci alla Veglia Pasquale per celebrare il mistero della Risurrezione, così quella di quest’anno ci conduca, speriamo presto, alla “nostra Pasqua” accompagnata dal riappropriarci di segni visibili, quali gesti di vicinanza, di prossimità e di affetto che ci caratterizzano come essere umani e come figli di Dio.
Don Nicola Altaserse per Condividere
Direttore Ufficio liturgico diocesano