A distanza di quasi vent’anni il dolore, la ferita profonda nei nostri cuori non è ancora risanata, ci manca tanto in famiglia lo zio che amava raccontare le barzellette, lo zio che amava guardare il gran premio seduto in poltrona con noi e condivideva con allegria i commenti con i familiari. Manca tanto quel fratello che con la sua comica sbadataggine era puntualmente in ritardo agli appuntamenti con la famiglia e che con un sorriso e un abbraccio affettuoso chiedeva scusa.

Noi familiari abbiamo vissuto la sua umiltà, carità, la sua sapienza, il suo grande amore per Dio e per gli altri come una quasi quotidiana normalità ed è per questo che ancora oggi rivivere la sua morte così violenta e ingiustificata ci riapre una ferita profonda, colma di rabbia. Spesso mi fermo a pensare quello che è stato lo zio: un uomo devoto a Dio, un uomo che con il suo vissuto ha rappresentato in pieno il Vangelo, un uomo che ha amato l’uomo e Dio fino a morire. Certamente non posso fare a meno di rivolgere un pensiero a quei giovani che egli ha amato e di cui ha saputo cogliere la vera essenza, cioè la loro semplicità, genuinità, la loro capacità di cogliere il bello della vita come realtà di Dio.
Rivolgendomi a loro chiedo di non dimenticarlo, ma anzi di prenderlo come esempio; chiedo di non avere paura di seguire la via che lui ci ha insegnato, cioè quella di saper amare incondizionatamente, di avere il coraggio di difendere le proprie idee. Chiedo loro che, in momenti bui e di sconforto, ascoltino e guardino dentro se stessi perché, come lui mi diceva sempre, è lì che trovano Dio, l’amore e il coraggio per riscattare la propria libertà e affermare la propria individualità in una società che tende a calpestare la dignità dell’uomo.
Fra qualche giorno tutta la famiglia sarà presente alla cerimonia di Beatificazione. Sembra tutto così surreale, come se tutto questo non stia accadendo proprio a noi, che abbiamo condiviso con lui l’essere semplici, modesti, lontani da ogni ostentata presunzione e manifestazione sotto i riflettori.

Oggi ci ritroviamo al centro di un’attenzione legittima per coloro che vogliono conoscere quasi tutto di lui, ma imbarazzante per noi che lo abbiamo conosciuto così com’era: moderato, umile, di poche parole, ma con grandi orecchie per ascoltare, grandi mani per donare e grandi piedi per camminare, correre lungo la via che porta verso Dio. La Beatificazione per noi sarà una grande gioia, velata da un grande dolore che ci fa ricordare che lui non è più fra noi, ma con Dio. Chissà cosa farà ancora.
Giuseppina Puglisi per Condividere
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