Percorso di formazione online, a cura dell’Ufficio Liturgico diocesano, sulla nuova edizione del Messale Romano. La pandemia ha limitato gli incontri in presenza e così i membri della Commissione liturgica e musica, i Ministri straordinari della comunione e i lettori hanno partecipato al corso di formazione.
Dieci le catechesi avviate su piattaforma web e che si stanno svolgono ogni quindici giorni. Le catechesi si prefiggono di accompagnare i fedeli laici a riscoprire un itinerario di maturazione della propria fede attraverso gli eventi della Storia della Salvezza di cui qui si fa memoria, avendo come fulcro il mistero pasquale, memoriale della nostra redenzione; del modello ecclesiologico che questo libro liturgico racchiude in sè e della nostra partecipazione all’azione liturgica come soggetti attivi e non semplici spettatori.
Ecco le novità introdotte nel nuovo Messale. L’aggiunta del termine «sorelle» nelle formule di invito al pentimento e nel Confesso a Dio come espressione di un linguaggio più inclusivo. Si preferisce l’espressione «Kyrie/Christe, eléison» della liturgia bizantina e romana antica rispetto alla traduzione italiana Signore/Cristo, pietà.
Non più la dicitura «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buon volontà», ma «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore». La variazione della traduzione del Padre nostro «come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione» fedele a quella della Bibbia CEI 2008. La monizione diaconale allo scambio di pace: «scambiatevi il dono della pace» vuole essere più fedele al testo latino del Messale: «offerte vobis pacem».
Cambiamento rilevante nell’invito del sacerdote alla comunione: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello», espressione dell’edizione tipica latina. L’inserimento nel corpo del testo del Messale di testi musicati del Rito della Messa come segno che il canto non è un «mero elemento ornamentale ma parte necessaria e integrante della liturgia…» (Presentazione CEI, n.3).