[VIDEO] La presenza francescana in Diocesi: un tuffo nei secoli addietro

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Il francescanesimo nella Chiesa di Mazara del Vallo affonda le sue radici quando ancora era in vita Francesco d’Assisi. La Sicilia fu scelta dai discepoli del Santo per la sua posizione strategica: isola posta al centro del Mediterraneo, il mare sul quale convergono le tre religioni monoteistiche che fanno riferimento ad Abramo. Le due città Messina e Mazara del Vallo, già unite nell’era romana dalla via Valeria, via consolare sorta nel 210 a. C. che univa Messina con Lilibeo, furono le sedi preferite come punti o fari di irradiazione per la rinascita della fede nell’Isola, già provata da due secoli di dominazione araba iniziata proprio a Mazara nel 827.

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Istituita la diocesi di Mazara nel 1093 dal Gran Conte Ruggero e restituita ufficialmente alla religione cristiana, i francescani, guidati dal beato Angelo da Rieti, uno dei primi compagni di Francesco d’Assisi, vi si insediarono, occupando la parte occidentale della città, dove più viva era ancora la presenza musulmana ed ebraica, per meglio incidere nel tessuto connettivo della città, già sede dell’emirato. La chiesa di san Biagio, fatta costruire dal Gran Conte Ruggero, nel 1216 dal Vescovo fu ceduta al nucleo dei figli del Santo di Assisi che vi costruirono accanto, all’angolo boreale della città e contiguo alle sue mura, un cenobio dell’Ordine, dapprima piccolo e umile, poi ingrandito e reso maestoso per fabbriche e decorazioni. Sconfitto Manfredi il 26 febbraio 1266 e passata la Sicilia sotto il dominio angioino, si ebbero i tristi effetti del fiscalismo angioino e del malcontento sociale sino alla rivolta dei Vespri Siciliani, che si conclusero con la pace di Caltabellotta (1302), mentre la Chiesa, grazie all’attività degli Ordini mendicanti (francescani e domenicani) attivava iniziative per il riscatto socio-religioso del Paese e la rinascita della fede cristiana. Effettivamente nella storia del francescanesimo, come fanno fede gli storici Wadding, Cagliola, Rocco Pirri, Mazara costituì un faro di luce mirabile e un punto di richiamo per le famiglie cristiane dell’Isola.

In questa Diocesi di Mazara del Vallo, che abbracciava prima degli smembramenti decisi dalla Sede Apostolica ben venti comuni dell’attuale provincia di Trapani e nove città della confinante provincia di Palermo, furono fondati ben quarantacinque conventi francescani: 15 di Frati Minori Conventuali; 5 di Frati Minori Osservanti; 3 di Frati Minori Riformati; 16 di Frati Minori Cappuccini e 8 del Terz’Ordine regolare; mentre monasteri di Clarisse esistettero a Mazara del Vallo, Salemi e Alcamo. Grazie al Francescanesimo si diffuse in modo preponderante il culto mariano sotto vari titoli: Immacolata Concezione, Madonna degli Angeli, Santa Maria di Gesù e Madonna Addolorata.

don Pietro Pisciotta per Condividere

Venerdì 20 e sabato 21 maggio a Mazara del Vallo si è svolto il convegno sul tema “Francescanesimo e cultura nella Diocesi di Mazara del Vallo”, organizzato dall’Officina di studi medievali, Diocesi e Museo diocesano. Qui le interviste realizzate.

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