Lo Spirito: l’Amore che piove sull’umanità e rende fertile il terreno della vita. ”Mediante l’amore – sostiene Paolo – siete a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13). Il servizio rende concreto quell’amore generato dall’Amore; lo traduce in gesti, atteggiamenti, relazioni. Il nostro linguaggio ha però reso vuota e falsa questa parola, di cui ci riempiamo la bocca ma non il cuore. E spesso, molto spesso, essa nasconde una mentalità di potere, palesemente rintracciabile nella società civile, ma anche nella Chiesa e persino nel ministero ordinato. è la tentazione di chiunque, è il peccato che grava sui cristiani, la cui coscienza si acquieta se ritengono di aver obbedito a tutti i precetti.
Siamo i nuovi “scribi e farisei”, che Gesù chiama ipocriti, razza di vipere, sepolcri imbiancati (cfr Mt 23,13-33): assolvono alle prescrizioni della Legge, ma dimenticano quel “comandamento” che ne costituisce l’essenza. “Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il tuo prossimo come te stesso” (Gal 5,14). L’amore, di cui lo Spirito ci avvolge, non si traduce in comportamenti, che costituiscono l’applicazione esteriore di regole, ma in una nuova vita che nasce dalla Vita. Si tratta di un cammino (cfr Gal 5,25) che richiede costante vigilanza e perenne conversione. è vero che siamo disorientati dai cambiamenti epocali; che abbiamo perso i punti di riferimento; che non riusciamo a cogliere spiragli di luce. E viviamo in una Chiesa ferita, dove ancora traspaiono il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la frode di Anania e Saffira, l’ipocrisia annotata da Paolo (cfr Gal 2,11-14). Ma questo non ci esonera dall’imparare a vivere, nell’amore, il servizio reciproco, che bandisce la superbia e la vanagloria (cfr Gal 5,26a) di cui è spesso impastata la nostra esistenza di credenti. E quando avremo fatto tutto ciò che ci è stato ordinato, occorre dire: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10b).
Erina Ferlito per Condividere