Cinque laboratori, luoghi autentici di confronto e di proposte pervenute in assemblea l’ultimo giorno del Convegno diocesano e che il Vescovo ha raccolto con l’intenzione di valorizzarle all’interno del Consiglio pastorale diocesano. Il dopo Convegno è il tempo della riflessione, proprio a partire dalle “voci” degli stessi laboratori.
Il primo si è interrogato sul ruolo della Parola di Dio nel discernimento, evidenziando come l’ascolto della Parola può essere concretamente un’azione sinodale, se esso non si riduce al solo ambito omiletico. Ciò potrebbe realizzarsi nelle parrocchie con la creazione di piccoli cenacoli della Parola, come esperienza comune di conoscenza e approfondimento delle Sacre Scritture e favorendo la partecipazione alla Lectio divina.
Il secondo laboratorio sulle odierne sfide vocazionali, ha sottolineato come la “crisi” educativa pone le sue radici nella realtà del mondo adulto, più che su quello giovanile. Si dovrebbe allora investire maggiormente sulla formazione umana e spirituale degli adulti e specialmente delle famiglie. La Diocesi offre già delle possibilità di formazione intellettuale e liturgica, ma prendiamo atto del fatto che manca una scuola di formazione per formatori che attinga dalle scienze umane e spirituali e che formi gli educatori cristiani e gli evangelizzatori del domani. In questo modo si potranno avere animatori di sportelli d’ascolto per giovani nelle parrocchie, gestiti da laici preparati e competenti, analoghi a quelli già funzionanti nelle scuole.
QUI LE RELAZIONI DEI LABORATORI
PRIMO LABORATORIO
SECONDO LABORATORIO
TERZO LABORATORIO
QUARTO LABORATORIO
QUINTO LABORATORIO
Il terzo laboratorio si è occupato del Consiglio pastorale parrocchiale, che all’interno della comunità è il luogo più favorevole all’ascolto reciproco e quindi del discernimento. Questo importante ruolo istituzionale impone che poggi le sue fondamenta sulla preghiera e sul primato alla Grazia, non solo nel suo svolgimento ma anche nella sua costituzione ovvero nella scelta dei membri del Consiglio stesso. Purtroppo, si rileva che esso sovente non è espressione e voce della comunità parrocchiale e dello Spirito, piuttosto si riduce a essere un gruppo di persone che eseguono le “cose da farsi”.
Il tema attualissimo dei giovani in relazione alla parrocchia è stato sviscerato dal quarto laboratorio che ha messo in evidenza l’emergere di due grandi vuoti: dal battesimo alla catechesi e dal dopo confermazione. L’analisi di queste lacune ha dato origine ad alcune proposte concrete. Per ciò che attiene alla catechesi le criticità riguardano il metodo e il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi. Catechesi gioiose ed esperienziali per far si che si possa fare esperienza dell’amore di Dio e in questo rendere protagoniste le famiglie, che spesso sono solo spettatrici distanti della vita cristiana dei loro figli. Riguardo alle lacune del post cresima bisognerebbe favorire già prima della celebrazione del sacramento esperienze in gruppi e associazioni, poi creare occasioni di incontro che si diano come primo obiettivo quello di riscoprire la gioia e la bellezza dello stare insieme valorizzando i loro talenti (teatro, gioco, sport).
Nell’ultimo laboratorio si è discusso del sacramento della penitenza e della direzione spirituale in relazione al discernimento. Si è rilevato che la perdita del senso del peccato, legata a un’identità cristiana sempre più debole, ha fatto perdere la percezione dell’importanza del sacramento della riconciliazione. Organizzare catechesi in occasioni specifiche, quali la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana o le liturgie penitenziali, potrebbe aiutare i fedeli a riscoprire la bellezza del sacramento della Misericordia.
don Vincenzo Greco, Vicario generale