Solitamente, come di recente è stato scritto, si parla di educazione al canto e alla musica. Più raramente di educazione con il canto e la musica. Con il promuovere il Festival nazionale della musica e del canto vocazionale – in programma nel week-end del 25 e 26 luglio – si vuole affermare la dimensione educativa del canto e della musica nelle celebrazioni liturgiche e in particolare nella pastorale delle vocazioni. Siamo convinti che il canto e la musica fanno diventare Chiesa e la manifestano; che sono importanti non semplicemente per motivi mistici, estetici, ma perché concorrono a perseguire la finalità della celebrazione liturgica (la celebrazione eucaristica è la prima e insostituibile scuola di discernimento vocazionale e di comunione ecclesiale).
Inoltre crediamo che la musica e il canto possono e devono servire non solo a divertire, a innalzare lo spirito, a pregare, a solennizzare alcuni eventi religiosi o alcune ricorrenze, ma possono e devono servire anche a fare Chiesa e a mostrare che si è Chiesa, ossia delle persone che vivono in armonia e in comunione profonda gli uni con gli altri. Ciò significa guardare al fenomeno musicale con occhio più pastorale che culturale. Infine pensiamo che il Festival potrà essere un significativo evento ecclesiale di scambio e di effettiva comunione tra le Chiese locali del nostro Paese. Due sono le sezioni del Festival: una di scambio di esperienze musicali e di testi già noti ed editi, l’altra innovativa con la presentazione di nuove composizioni musicali e di canti originali. Il contenuto di tutte le opere deve avere una tematica vocazionale. Saranno premiati (scelti dalla giuria don Giosy Cento, prete cantautore, Anna Maria Sollima, docente presso il Conservatorio di musica di Palermo e don Giuseppe Licciardi, direttore del Centro regionale per le vocazioni in Sicilia) i tre migliori canti e le tre migliori composizioni musicali della sezione “innovativa”.
Don Francesco Fiorino