Immigrazione vero tema di divisione del mondo cattolico, o luogo ideale dove sostenere ragioni opposte di tipo politico? Mi sono spesso chiesto questo dopo la svolta data dal mio leader politico Matteo Salvini, nel ruolo di Ministro degli Interni. Oggi che questo indirizzo politico ha subìto una svolta con il disimpegno della Lega dall’attività di Governo me lo chiedo, acquisendo altri sviluppi sul fenomeno. Io dico che il vero cattolico, e nelle file della Lega c’è il 33% di cattolici frequentanti messa la domenica, come riferitomi in un recente incontro da monsignor Domenico Mogavero, vive il senso dell’accoglienza in un solo modo: quello della disponibilità umana verso il fratello in difficoltà.
Diventa allora differente il modo con il quale pensiamo di aiutare questi nostri fratelli, non dimenticando ovviamente di aiutare altri nostri fratelli che condividono un elemento laico che ha pur esso una sua sacralità, l’essere connazionali. Ecco, un cattolico con la tessera della Lega potrebbe pensare che la maggioranza dei nostri fratelli provenienti dall’Africa, continente a maggiore presenza di uomini e donne migranti, potrebbe meglio essere aiutato nella sua terra.
Tutto ciò non solo per creare condizioni strutturali e non momentanee di vantaggio, ma soprattutto perchè nel mondo di oggi sono quelle le terre che hanno significativi spazi di sviluppo e di potenziale modernità, non certo l’Europa, continente ormai stanco e rigido di assetti che difficilmente cambieranno nel tempo. Anche la proiezione demografica negli anni dice che l’Africa è demograficamente tendente a superare i 3milioni di abitanti fra 20 anni. Non è quindi pensabile un’Europa ricettiva di una migrazione che se proporzionale alla odierna dimensione, sarebbe triplicata rispetto a oggi.
Questi i grandi temi, le motivazioni sociali della nostra posizione sul tema immigrazione. Poi ci sono elementi congiunturali. La migrazione da quei paesi oggi non ha alcun filtro. Insieme a migranti desiderosi di condividere sane regole di convivenza sociale, arrivano soggetti impegnati in guerre religiose dettate da un ingiustificabile integralismo a matrice islamica. Arrivano più semplicemente soggetti disponibili a dare vita nella nazione ospitante ad associazioni criminali dedite a porre in essere, in forma organizzata e non disunita, le peggiori attività illegali in danno della comunità stessa che li ospita.
La mafia nigeriana, a Palermo, quindi praticamente fra noi, ha impegnato le nostre Forze dell’ordine in attività repressive di un livello evoluto, stante il grado di organizzazione e capillarità dei nuovi mafiosi di colore. Le scelte sulle forme di contenimento del fenomeno, Decreto Sicurezza compreso, sono il coraggioso frutto di un indirizzo di governo, rispettoso dell’essere umano ma legato ai valori del senso di cittadinanza comune. Queste politiche oggi in Italia hanno la condivisione dimolti cittadini. Se venissero ribaltate da scelte politiche opposte non si aderirebbe più oggi, alla volontà chiaramente espressa dal Paese reale. La Chiesa su questo unisca per non dividere il suo mondo. Non subisca la parte che in essa parla di nuovo umanesimo, dando una mano alle politiche europeistiche targate Germania e Francia, che non dimostrano alcuna coerenza, perchè vogliono l’Italia campo profughi d’Europa. Apra la Chiesa un confronto al suo interno per indicare una via condivisa.
Bartolo Giglio per Condividere
Commissario provinciale Lega in provincia di Trapani