La storia di don Otello, prete del Nord Italia, venuto dall’Africa

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Il suo accento è marcatamente nordico e dopo che parli con lui cinque minuti ti chiedi: ma questo prete del Veneto come mai è finito quaggiù, in Sicilia? Basta scoprire la sua storia per capire il suo arrivo nella terra del Gattopardo non da nord a sud, ma da sud a nord: dall’Africa a Mazara del Vallo. Quasi come un immigrato.

È, stranamente, un percorso capovolto quello di don Otello Bisetto, sacerdote trevigiano che nel 2010 è sbarcato a Mazara del Vallo, da Tunisi, la Diocesi dove è stato ordinato e dove per poco più di cinque anni ha diretto le scuole cattoliche. «Da giovane, appena diplomato geometra, volevo cambiare il mondo – racconta – impegnarmi nel sociale, dare il mio contributo per i più poveri, aiutarli senza pretendere nulla in cambio». La sua storia inizia proprio da lì, da Treviso. I primi passi nella parrocchia di Santa Maria del Rovere poi un’esperienza in Congo nel 1986 per tre anni come geometra in un progetto agricolo integrato per lo sviluppo di un villaggio. L’impegno, la forza, il coraggio di resistere anche nelle non facili situazioni. Il ritorno a Treviso e di nuovo dietro quella scrivania a disegnare, a fare progetti. «Fu don Giuliano Vallotto a propormi di fare un’esperienza in Nord Africa – racconta don Otello – grazie alla presenza di alcuni preti Fidei Donum trevigiani. Conoscere il mondo africano, ma soprattutto viverlo, era per me una seconda sfida». Da Tunisi quel lungo viaggio di 300 chilometri verso Sfax, la città che per due anni è stata la sua nuova casa condivisa con don Yvon Jutard: «La canonica era sempre aperta a tutti, ai pochi cristiani ma anche ai tantissimi musulmani; lì ho lavorato tanto con i disabili gravi, con le loro famiglie. Eccezionali esperienze di vita che non si dimenticano ». Poi la decisione di entrare in seminario: dal ’99 al 2003 gli studi a Lione, poi a Beirut per imparare l’arabo e nel 2004 l’ordinazione presbiterale a Tunisi.

Da quel momento l’esperienza da sacerdote italiano nell’Africa del Nord: «l’allora arcivescovo di Tunisi, Maroun Lahham, volle affidarmi oltre la parrocchia anche la direzione della scuola cattolica a Biserta, poi il coordinamento delle dieci scuole disseminate in Tunisia con 7 mila allievi». Un ruolo, una responsabilità e quei rapporti umani che non conoscono religioni: «Lì mi sono accorto di quanto è importante formare un bambino, cristiano o musulmano che sia, da vero cittadino. Facevamo ore in più a quelle imposte dal Ministero, abbiamo insegnato l’educazione civica, l’approfondimento del francese per quei bambini, i futuri adulti di quei paesi». Già, quei paesi oggi segnati dalle cosiddette “primavere arabe” e che aspettano un futuro diverso e migliore. Dalla costa sud del Mediterraneo nel 2010 don Otello è approdato sulla costa nord, quella siciliana, col consenso del Vescovo di Mazara del Vallo in accordo con l’arcivescovo di Tunisi. A Santo Padre delle Perriere e Bambina a Marsala il primo incarico di vicario parrocchiale; poi parroco amministratore parrocchiale a San Lorenzo a Mazara del Vallo, dove è entrato in ogni casa, conoscendo le famiglie e ascoltandole. Da pochi mesi è vicario dell’Unità pastorale della chiesa madre e di San Giovanni Battista di Castelvetrano. Una vita movimentata, miscelata anche ad amarezze e delusioni, che don Otello Bisetto racconta col sorriso di un parroco ancora capace di ascolto e di sorriso.

Max Firreri per “Condividere”

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