[LA TRADIZIONE] I Santi bussano tre volte….e inizia la “Cena” nell’altare: 101 pietanze alla “Sacra Famiglia”

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I Santi bussano alla porta e chiedono ospitalità. Per due volte non vengono accolti. Alla terza il portone si spalancherà e i Santi faranno ingresso nella casa dove consumeranno la “Cena”. Così vuole la tradizione di San Giuseppe che si celebra in quasi tutti i paesi della Diocesi. Pani votivi, alloro, agrumi e tante pietanze che saranno offerti ai Santi.

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I principali simboli rappresentati sono quelli della tradizione cristiana, come il pesce, o i simboli della pentecoste, cioè la scala, la tenaglia o i tre chiodi. Oltre a questi, di chiaro riferimento religioso, le altre forme rappresentate fanno riferimento alla natura. Il pranzo di 101 pietanze, per lo più a base di cereali, verdure, frutta, pesci e dolci in grande varietà, verrà offerto ai bambini, che rappresentano la “Sacra Famiglia”, e ai visitatori che hanno assistito alla “mangiata di li santi”.

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I tre Santi in processione accompagnati dal tamburinaio verso la casa dove busseranno per la “Cena” (foto Firreri).

A CAMPOBELLO DI MAZARA

Mercoledì 19 alle 11 presso la parrocchia Madonna di Fatima di via Vittorio Emanuele II a Campobello di Mazara si rinnova la tradizione con l’altare di San Giuseppe. Settanta chili di pane sono stati preparati dalle donne che frequentano la parrocchia e poi l’altare è stato allestito a forma di tenda.

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L’altare della parrocchia Madonna di Fatima a Campobello di Mazara. Nella foto: Mariella Tripoli, Angela Rizzo, don Antonino Aguanno, Antonietta Valenti, Pina Concadoro e Lidia Urso.

«L’altare di San Giuseppe è segno bello per accogliere i poveri, onorare la Sacra Famiglia, ravvivare la devozione e soprattutto ringraziare e contemplare Gesù che nella tenda del suo corpo è l’Emmanuele, il Dio con noi, che venne ad abitare in mezzo a noi nella casa di Giuseppe» spiega don Antonino Aguanno.

A SANTA NINFA

A Santa Ninfa sono cinque gli altari che si possono visitare per onorare il Santo Patriarca Giuseppe. La Confraternita di S. Ninfa ha preparato l’altare nella parrocchia di Cristo Risorto. Un secondo altare è allestito nella chiesa Maria SS.ma Immacolata in via S. Vito. Il Comune ha realizzato suo il tradizionale altare al Centro sociale. La Proloco ha allestito un’altare nel viale P. La Torre. L’associazione Cusmaniana ha realizzato l’altare nella Casa di ospitalità in via S. Vito.

A MAZARA DEL VALLO

Altare anche nella parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo. L’altare è ricoperto interamente da foglie di alloro ed è stato realizzato in legno dall’ associazione M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).

L'altare realizzato nella parrocchia
L’altare realizzato nella parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria Gesù a Mazara del Vallo (foto Alberto Alagna)

I pani  per gli addobbi, rappresentanti la natura, gli antichi mestieri e la Sacra Famiglia, sono stati realizzati dalla comunità parrocchiale “Fede e Luce – Nuovo Germoglio”, in collaborazione con gli anziani del progetto diocesano “Anziani …in movimento”  realizzato con il contributo di Caritas Italiana. Mercoledì 19 marzo alle ore 10,30 benedizione dell’altare con don Vincenzo Aloisi; a seguire la “Cena”. Orario visite: 10,30-12,30 e 16-19.

A CASTELVETRANO

A Castelvetrano si potrà ammirare l’altare di San Giuseppe, allestito nell’omonima chiesa, edificata tra il 1616 e il 1646, o meglio di quel poco che rimane dopo il sisma del gennaio 1968. Di questa piccola chiesa restano ancora in piedi, il cappellone con gli stucchi realizzati nel 1651 da Antonino Ferraro Junior e due stanzette annesse costruite nel 1916.

L'altare allestito nella chiesa di San Giuseppe a Castelvetrano.
L’altare allestito nella chiesa di San Giuseppe a Castelvetrano.

I lavori per produrre i pani, sono iniziati il 3 febbraio: in una delle due stanzette i membri della Confraternita con impegno e dedizione hanno realizzato un vero e proprio laboratorio; dall’impasto della farina, al momento delle forme artistiche dei pani con mani abilissime, fino alla cottura in forno, più di 10.000 pani per realizzare l’altare. Donne e uomini di buona volontà danno vita a un’opera dove si fonde la cultura e la tradizione di un popolo.

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