Sarà in distribuzione da sabato 25 aprile in tutte le parrocchie della Diocesi (e online sul sito da domenica 26 aprile) il nuovo numero di Condividere, il quindicinale diocesano diretto da Max Firreri. La copertina è dedicata provocatoriamente a Mare Monstrum e all’ultima strage di migranti nel Canale di Sicilia, ai quali è dedicata la santa messa che si celebra domenica 26 aprile. Il Vescovo firma l’editoriale dal titolo “I tanti morti annegati chiedono pietà e giustizia, poche parole ma interventi mirati sulle cause”: «…Se neanche la strage di uomini, donne e bambini – colpevoli solo di voler sfuggire al tragico destino di morte loro riservato in patria – riesce a frenare i moti incontrollati dell’animo umano, allora c’è veramente di che angosciarsi…» scrive il Vescovo in un passaggio dell’editoriale.
L’intervista di questo numero è dedicata a Maria Cristina Molfetta, un’antropologa culturale attiva nel mondo della cooperazione internazionale dal 1992. ha operato in diversi campi profughi in paesi limitrofi o direttamente interessati da conflitti (ex Jugoslavia, centro e Sud America, aree tribali al confine tra il Pakistan e l’Afganistan, West Darfour in Sudan e nel Kurdistan irakeno). La Molfetta fa il punto sul sistema italiano per i rifugiati: «L’Italia è un paese che a lungo non si è strutturato per essere pronto a gestire flussi migratori consistenti, nè a saper valorizzare e mettere in circolo le risorse delle persone che arrivano; ma diciamo che negli ultimi due anni sta provando a fare un lavoro più sistematico per uscire dall’impreparazione» dice la Molfetta.
Mimma Argurio della segreteria regionale della Cgil Sicilia firma un servizio sui nodi del lavoro, in occasione della festa del 1° maggio: «Per la Cgil le priorità da rivendicare per la Sicilia al governo nazionale sono: un piano straordinario di lotta alla disoccupazione giovanile che in sicilia ha superato il 57%; un progetto di rilancio del sistema industriale siciliano centrato sulla difesa e qualificazione dell’esistente, in particolar modo dei grandi gruppi nazionali (Finmeccanica, ad esempio) ma anche delle piccole e medie imprese siciliane; puntare sull’innovazione tecnologica, in particolare agenda digitale e start-up».