[L’IMPEGNO] Nasce la cooperativa in memoria di Rita Atria: gestirà beni confiscati a Paceco e nella Valle del Belice

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Cinque soci, tutti giovani della provincia di trapani gestiranno insieme, per la prima volta, i beni confiscati alla mafia e affidati alla cooperativa dedicata alla memoria di Rita Atria. Dopo poco più di due anni dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, la Prefettura di trapani, il Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo, i comuni di Castelvetrano, Paceco e Partanna, la Camera di Commercio di trapani, la Diocesi di Mazara del Vallo, la Fondazione San Vito onlus, il Parco archeologico di Selinunte e Libera, è nata la cooperativa che si dovrà occupare di gestire e far tornare in produzione i beni tolti alla mafia. Due anni, dunque, per un lungo e difficoltoso iter: dalla selezione delle persone, alla formazione tecnica, al coinvolgimento delle istituzioni, enti locali e mondo economico e sociale della provincia.

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Intanto gli incendi, in questi due anni, hanno compromesso la produttività degli uliveti. Ma tutto questo, però, non ha portato a desistere dall’obiettivo; anzi, forti della testimonianza lasciata dalla giovane Rita Atria, testimone di giustizia partannese a cui è dedicata la cooperativa, si è lavorato affinché questo progetto potesse realizzarsi proprio qui, terra ricca e produttiva, ma spesso vittima di poteri forti.

Leggi qui lo Speciale di “Condividere” sui beni confiscati, alle pagine 4 e 5

Il Vescovo e il responsabile dei beni confiscati di Libera, Davide Pati, insieme ad alcuni studenti su uno dei terreni confiscati e che verrà gestito dalla neo cooperativa "Rita Atria".
Il Vescovo e il responsabile dei beni confiscati di Libera, Davide Pati, insieme ad alcuni studenti su uno dei terreni confiscati e che verrà gestito dalla neo cooperativa “Rita Atria”.

I cinque soci della cooperativa sono: Valentina Squadrito, agronomo e presidente della cooperativa, Sebastiano Mancuso, Andrea Lipari, Antonino Ciraulo e Leonardo Aiello, tutti operai. Saranno proprio loro, con le loro mani, a prendere in consegna, il prossimo mese, i 120 ettari di terreni confiscati, divisi per metà nel comune di Paceco (grano e legumi), e metà nei comuni di Castelvetrano e Partanna (uliveti della cultivarNocellara del Belice), per farli tornare nuovamente a produrre.

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Fra i protagonisti di questo impegno Libera ma anche Coop Lombardia e Coop Adriatica insieme al gruppo Unipol, la Fondazione Vodafone Italia e il Progetto Policoro della Diocesi di Mazara del Vallo, quest’ultimo sostenuto dalla Cei. Gli animatori di comunità del Progetto hanno seguito tutto il percorso: la divulgazione del bando, gli incontri sul territorio, la formazione organizzata nel mese di luglio scorso nei locali diocesani del Centro diocesano pastorale di Mazara del Vallo, attraverso moduli tecnici e l’accompagnamento delle persone selezionate. «Vuole essere questo un gesto concreto del progetto Policoro, ma vuole essere soprattutto un segno di speranza, di corresponsabilità, di reciprocità e di coraggio, per tutti noi appartenenti a questo territorio, dando forza e consapevolezza che qualcosa di bello si può realizzare» ha detto il responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro, don Edoardo Bonacasa.

Stefania Fiorentino

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