[L’INCONTRO] Il Gruppo Famiglie incontra gli sposi: «Il matrimonio? Tre scelte di fondo»

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Recependo un invito della Commissione diocesana per la Pastorale della famiglia, per cercare di promuovere il sostegno e l’accompagnamento delle coppie e delle famiglie, il Gruppo Famiglie di Gibellina, presso la chiesa di San Giuseppe a Gibellina ha incontrato le giovani coppie che si sono sposate in paese nel 2017, nel 2018 e nel 2019. Il parroco don Marco Laudicina ha ringraziato le coppie presenti e ha espresso la volontà sua e del Gruppo Famiglie di essere loro vicini e di iniziare un percorso di crescita insieme.

Il coordinatore del Gruppo Famiglie, Salvatore Capo, ha fatto una breve riflessione sul matrimonio cristiano. «Quando ci siamo sposati in chiesa abbiamo fatto tre scelte di fondo – ha raccontato – la prima scelta è stata tra continuare a vivere con noi stessi e iniziare a vivere con un’altra persona. Prima di questa scelta eravamo individui, che pensano alle loro cose e ai loro interessi. Col matrimonio siamo diventati persone, che cercano la relazione con l’altro. Ma questa relazione tra persone è originariamente in Dio stesso, che è relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre è Colui che ama, il Figlio è Colui che è amato, lo Spirito Santo è l’amore che va dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre. È questa relazione d’amore originaria che ci è stata trasmessa attraverso il sacramento del matrimonio. Ed è essa che dà un senso al matrimonio cristiano, perché quando ci staccassimo dall’altro noi ci staccheremmo in realtà da noi stessi, dato che noi siamo costitutivamente relazione, siamo esseri in relazione».

Ancora Capo ha raccontato alle coppie la seconda scelta fatta, tra ricevere e dare, tra avere ed essere. «Prima di questa scelta cercavamo di soddisfare i nostri bisogni, di ricevere e di avere. Ma quello che riceviamo prima o poi ci lascerà. Quello che diamo no. L’amore che diamo e che daremo alla moglie, o al marito, o ai figli, o ai genitori, o agli altri, non ci lascerà mai. Quello che abbiamo prima o poi lo perderemo. Quello che siamo no, resterà, non andrà mai perso. Ricordiamoci di questa scelta, quando nella vita quotidiana verranno i momenti di difficoltà e i problemi. Noi abbiamo scelto di dare, più che di ricevere. E quindi, in quei momenti, daremo noi qualcosa, anche piccola, anche solo un sorriso o una parola. E vedremo che questo ci aiuterà a superare tutto. Capiremo che dare piuttosto che ricevere, essere piuttosto che avere, è importante non solo per gli altri, ma anche per noi stessi, per la nostra serenità e la nostra gioia».

Per ultima la terza scelta, cioè tra ciò che è vecchio e ciò che è nuovo, tra l’antichità del mondo e la novità dello spirito. «Il matrimonio cristiano – ha detto Capo – è novità perché ci fa uscire dalla cultura del provvisorio e dell’effimero, che è vecchia, perché ciò che non è per sempre a un certo punto sarà vecchio, mentre ciò che è per sempre non sarà mai vecchio. Quando abbiamo detto “io scelgo te per sempre” abbiamo scelto non ciò che passa, ma ciò che si rinnova, non la caducità del mondo e degli eventi, ma la novità dello spirito e dell’amore. Anche se gli altri ci criticano e ci considerano antiquati perché ci siamo sposati in Chiesa, siamo noi, e non loro, ad essere nuovi, è il nostro essere sposi cristiani, la nostra promessa di amarci per sempre, che ci rende nuovi. E ciò che è nuovo, ciò che è per sempre si rinnova ogni giorno, e costruisce ogni giorno un amore che diventa stabile, che dura e che non ti lascia». Salvatore Capo ha ribadito che col matrimonio si sceglie la relazione, «non tanto il ricevere, quanto il dare, non la provvisorietà del mondo, ma la novità e la bellezza dello spirito».

 

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