Quando ci è stato comunicato che nella nostra diocesi, e quindi anche a Pantelleria, sarebbero stati aboliti i padrini nei battesimi e nelle cresime il mio primo istinto è stato di dare ragione piena al nostro Vescovo, poiché conosco bene i meccanismi della scelta di una figura così importante. A volte si sceglie per simpatia, per legami familiari, per importanza sociale. E conosco tutte le pressioni, le bugie, i sotterfugi utilizzati per ingannare chi è preposto a convalidare la figura scelta, i parroci, i vicari, il Vescovo. L’imbarazzo, il nervosismo, la rabbia che seguono.
Capisco pertanto benissimo la scelta di una decisione così drastica e forte. Se serve a ridare importanza a questa persona che dovrebbe affiancare i genitori e il figlioccio nella sua crescita religiosa. A scanso di equivoci, essendo titolare di una gioielleria che sicuramente non trarrà beneficio da questa scelta, dico subito che l’aspetto puramente economico non ha sfiorato la mia mente neanche per un minuto. Riesco a capire che la scelta del Vescovo è di un livello differente. Con il tempo però il mio primo pensiero ha lasciato spazio a un altro tipo di riflessione e mi sono posta altri interrogativi: avremmo potuto fare di più? Era forse l’occasione, seppur sporadica, di incontrare altre persone a cui parlare del senso della fede in questa scelta? Finiremo per abolire definitivamente una figura che, certamente, se è stata istituita, aveva un senso ancora per molte persone? Stiamo perdendo, lasciando andare, un’occasione? Sinceramente tutte queste domande rimangono nella mia testa.
Maria Letizia Maccotta