Una seconda lettera firmata dal compatrono Giovanni il Battista. Un testo che, tra le righe, fa da pungolo a tutti i marsalesi per invitarli «a fare la loro parte». I conflitti, innanzitutto. «Penso che avvertiate spesso anche un senso di impotenza di fronte a decisioni politiche che superano le vostre possibilità di intervento. Vorrei allora invitarvi a non stancarvi di pregare per la pace e di manifestare pubblicamente perché si rafforzino e prendano il sopravvento l’azione diplomatica e le negoziazioni fra i paesi in conflitto, possibilmente sotto l’egida di istituzioni internazionali», scrive il compatrono. Da qui l’invito a fare gli «artigiani di pace» nelle famiglie, nei contesti di parentela, negli ambienti di lavoro, nei rapporti sociali, evitando l’indifferenza.
Ma nella lettera si fa riferimento all’urgenza della cura del nostro pianeta, della “casa comune”: «a parte le soluzioni studiate dai governi e dalle conferenze internazionali, che procedono comunque finora molto a rilento, tanto potete fare voi cittadini adottando stili di vita più sobri, più essenziali, attenti ad evitare il “peccato” dello spreco, a livello personale, familiare e comunitario (sprechi alimentari, di acqua, di energia, di tecnologia ed altro) e a non assecondare la logica consumistica dell’usa e getta». Non per ultimo l’impegno per la città. Da qui l’invito del compatrono ai propri concittadini: «Sarebbe importante che vi dedicaste alla cura, nella vostra città-territorio, degli ambienti e degli spazi di pubblica fruizione, per renderli più ordinati e puliti, più invitanti, più rispondenti al bisogno comune di bellezza. È un modo, pure questo, di lodare e ringraziare il Creatore».