[MEDITERRANEO] “Recontres Méditerranéennes”: il diverso non deve fare paura

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Sono stati giorni forti quelli trascorsi insieme a Marsiglia. Un mare di incontri tra le sponde di questo mare nostrum. Incontrare i giovani di una città così multietnica, non ha fatto altro che aprire i miei orizzonti e mi ha permesso di poter andare oltre quei tanti pregiudizi e barriere che troppe volte pongo dinnanzi a me. Insieme a un gruppo di instancabili esploratori, scoprire la città di Marsiglia è stata un’avventura del tutto unica. Abbiamo potuto toccare con mano le difficoltà, le sfide e i sogni dei giovani marsigliesi, che non sono poi così differenti dai nostri. Come gruppo dei ragazzi italiani, accompagnati dai rappresentanti del gruppo dei Focolarini di Palermo e di altre città d’Italia, abbiamo portato le nostre esperienze di vita tra i giovani delle scuole superiori, per condividere insieme un progetto alquanto allettante, lanciato dall’arcivescovo di Marsiglia, cardinale Jean-Marc Aveline. Un invito, quello di questo pastore della Chiesa, molto ambizioso e fortemente condiviso da Papa Francesco. Sviluppare una piena coscienza dello spazio mediterraneo, comprendere e affrontare i problemi e le sfide che questo mare sta affrontando, sono solo l’inizio di questo cammino iniziato a Marsiglia.

Posso dire di sentirmi immerso in questo mare che non dovrebbe dividerci, ma unire terre distanti che da tanti anni ormai si sono già incontrate. Le sfide che questo tempo ci propone sono grandi e impegnative. Viviamo, infatti, un tempo in cui il diverso fa paura. Una realtà in cui il povero è sempre più povero. Siamo quasi accecati dal nostro egoistico benessere, anzichè avere attenzione verso chi chiede una vita dignitosa, diventata troppo difficile. È stato toccante condividere l’esperienza di Luca Casarini e don Mattia Ferrari, impegnati, con la Ong “Mediterranea”, a salvare vite in mare. Immagini forti, quelle che ci hanno donato. Gente che scappa dalla miseria, nella speranza di trovare una terra in cui venga accolto e inserito in una società che professa di essere evoluta. Come cristiano mi sento chiamato a remare contro la logica della chiusura e pronto a far rinascere questo mare, che come ci ricorda Papa Francesco, oggi sa più di mare mortum che di mare nostrum. Sono ritornato a Mazara del Vallo con tanta gioia e tanta speranza nel cuore. Noi giovani, futuro di un mondo sempre più complesso, abbiamo una grande sfida davanti a noi. Voglio credere che questo perenne mare di Galilea e i popoli che lo abitano, possano opporre alla divisività dei conflitti la “convivialità delle differenze” (don Tonino Bello).

Alessandro Pipitone per Condividere

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