[QUARESIMA/3] L’invito alla conversione per non morire nei propri peccati

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«Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»: è un’espressione che Gesù ripete per ben due volte nella pericope evangelica di questa III domenica di Quaresima (Lc 13,1-9). Non è una minaccia, ma un monito, un’esortazione che Gesù rivolge ai suoi interlocutori perché non muoiano nei loro peccati, ma si ravvedano, si convertano perché abbiano la vita. Il tema centrale del Vangelo è l’invito alla conversione e la pazienza misericordiosa che Dio mostra attraverso il racconto della parabola dell’albero di fichi (Lc 13,6-9)!

Ma che cosa significa conversione? Sapientemente la Sacra Scrittura ci svela il significato profondo di questo vocabolo. Secondo il Nuovo Testamento la conversione indica un cambiamento di mentalità (metànoia) che segnala una svolta verso Dio e dunque un cambiamento di vita; secondo l’Antico Testamento essa indica un “ritorno interiore” e allo stesso tempo un ritorno a quella «terra promessa» da cui il popolo è stato allontanato. La conversione è un dono gratuito di salvezza che Dio ha offerto al suo popolo mediante i profeti e che ancora oggi ci offre tale dono mediante la Chiesa nella sequela di Cristo Gesù. La Quaresima è un tempo che ci invita alla conversione; a riflettere su noi stessi attraverso un bel esame di coscienza e a rivedere il tiro di quelle coordinate che ci conducono a percorrere la strada della santità. Il tempo quaresimale sia per ciascuno di noi occasione per ritornare a Dio con cuore pentito, umiliato ma allo stesso tempo fiducioso di essere accolto dalle braccia misericordiose del Padre!

La Quaresima sia un’opportunità per un «ritorno interiore» all’essenziale. Che cos’è che veramente conta nella vita e in modo particolare nella vita di un credente? In questo tempo di grazia ci accompagni lo Spirito Santo perché non perdiamo mai di vista la strada di ritorno a quella terra che Dio ci ha offerto e donato mediante la morte e la risurrezione di Gesù. Terra riscattata e liberata dal sangue di Cristo; terra in cui non c’è dolore, pianto e sofferenza; terra abitata da chi ha testimoniato con la vita la sua fede in Dio; terra in cui vivono i nostri cari che tanto speriamo un giorno di rivedere e riabbracciare; terra che dice casa, si, perché per questo siamo nati… per ritornare a quella terra in cui dimoreremo finalmente in Dio, dopo il nostro pellegrinare in questo mondo!

don Nicola Altaserse per Condividere 

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